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Alla Valle dei Templi le rappresentazioni teatrali “Aretusa: canto delle acque nelle metamorfosi” e “Erathostènes: il volto della terra”

Martedì 09 Agosto e Mercoledì 10 Agosto 2016, alle ore 21,00 presso l’area antistante il Tempio di Giunone, con ingresso a pagamento di Euro 5,00 e ridotto di Euro 2,50 per i possessori dell’abbonamento al Parco, il cartellone degli eventi organizzati dal Parco, prosegue con due straordinarie

rappresentazioni teatrali dal titolo “Aretusa: canto delle acque nelle metamorfosi” in data 09/08/2016 e “Erathostènes: il volto della terra” in data 10 Agosto.

La prima opera, di Fabio Pallotta ed Enzo Catani, è praticamente una danza fra Geologia e Mitologia. Gli autori, infatti, con la magistrale collaborazione della Compagnia Simona Bucci, raccontano come dall’umido calore che si sprigiona dall’intimo abbraccio di un atomo di ossigeno e due di idrogeno si scatena la vita e, con essa, il racconto mitico che, dagli albori dei tempi, gli umani narrano per spiegare l’origine delle cose. Ed è singolare la storia di Aretusa; la Ninfa d’acqua limpida che dal Peloponneso attraversa le profondità della terra e riaffiora senza smarrirsi, intatta e cristallina, a rifornire di vitale linfa ellenica gli abitanti della più grande città greca d’Occidente: Siracusa.
In “Aretusa, canto delle acque nelle metamorfosi” la Natura costituisce il tema principale del dramma, mentre la mitologia fornisce il pretesto narrativo e la materia per la rappresentazione teatrale.

Con il racconto del mito e della metamorfosi di Aretusa si intrecciano le vicende di altre divinità dell’Olimpo, di semidei e di eroi locali, ambientate in Grecia ed in Sicilia.
Aretusa, liquida e carnale, sarà inseguita da Alfeo, fiume possente dell’Elide, il quale non esita ad attraversare intonso il mare pur di raggiungere l’Amata. La sotterranea corrente di Alfeo alimenterà così la bella fonte perenne di Ortigia, felice di offrirsi alla vita terrena, in una continua metamorfosi che genera il ciclo vitale dell’acqua.
I dialoghi poetici e le coreografie fra le armonie musicali, abilmente realizzate ed eseguite dal Maestro Nazzareno Zacconi, offrono al pubblico l’eterno ed elementare messaggio:
“l’idrosfera canta, e canta nelle metamorfosi; mentre il Mare è lì, da sempre, ad invadere il Mondo, ad imporre la Vita!”
Con la seconda opera, “Erathostènes: il volto della terra” in data 10 Agosto 2016, gli autori Michela Costanzi e Fabio Pallotta e gli interpreti della Compagnia Simona Bucci, ritengono che la poesia sia il migliore strumento di accesso alla conoscenza. Questo è l’obiettivo del progetto che gli autori hanno sviluppato con l’Università di Camerino. Con “Eratostene. Il volto della Terra”, la ricerca storica, archeologica e scientifica viene interpretata poeticamente e musicalmente, costituendo il prototipo di vivaci incontri fra artisti e ricercatori al fine di creare spettacoli di alto livello culturalee divulgativo.
Eratostene nacque a Cirene verso il 275 a.C. e morì ad Alessandria d’Egitto verso il 195 a. C. La sua opera più spettacolare, che avrebbe giocato un ruolo decisivo per la conoscenza della Terra, fu l’esatta misura, 23 secoli fa, della circonferenza del globo!

Le sue rilevazioni astronomiche gli permisero, inoltre, di disegnare la forma del Mondo allora conosciuto, l’Ecumene, ma soprattutto di comprendere la “Vastità delle Terre e dei Popoli ancora non incontrati, ma vivi e presenti sul pianeta.
Egli, per primo, realizzò una coerente carta geografica, unica in quanto vera immagine del mondo, leggibile da tutti!
Eratostene quindi è il protagonista dell’opera, che nasce dall’incontro e dal dialogo di personaggi contemporanei; la loro riflessione, vera ed originaria, conduce inevitabilmente verso Eratostene, che diviene il personaggio principale del dramma.
Con spirito critico egli ci accompagna nell’Alessandria del III sec. a.C., quando, nel bel mezzo di un universo ancora in gran parte popolato da miti, alcuni uomini illuminati ebbero la straordinaria intuizione che i fenomeni naturali potevano essere compresi dalla ragione, trovando in essi le leggi matematiche che li governano e ne permettono la spiegazione!
Questo “illuminismo greco” rese possibile la nascita della scienza moderna ed attraverso la scienza, l’espressione del pensiero poetico e musicale, la forma coreografica e la logica di un quel “Sapere che fonde i popoli”. Il racconto si rivolge “all’Umanità Circolare” affinché essa rifletta sulla storia profonda del nostro magnifico pianeta che ci ha resi figli unici nell’unico ecosistema per noi compatibile.
Le Musiche, dedicate all’opera, sono eseguite dalla magistrale sonorità del compositore Maestro N. Zacconi. I brani percorrono alcune scale modali in stile ionico, frigio, lidio, misolidio e locrio e nascono da un tema asciutto e crudo, sinonimo dell’idea elementare del Matematico, per evolversi cromaticamente a sostegno del suo vasto ragionamento della sfericità e dell’obliquità, quindi dell’oblio nei confronti della geografia astronomica.
Le proiezioni scenografiche e le coreografie colgono nella verticalità dei suoi elementi lo stile classico. Gli ambienti, gli spazi, la tridimensionalità delle immagini, si diluiscono nell’armonia del pianeta, del teatro, dei templi, nel richiamo universale dell’Ellenismo, nello scenario del nostro Mare Mediterraneo.

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