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Canicattì, Centro Culturale San Domenico: le forme inquiete e silenziose del vedere di “Scrivere la luce”

Si svolgerà giovedì 19 settembre alle 20 al Centro Culturale San Domenico di Canicattì, in piazza Dante, la presentazione del libro “Scrivere la luce”, scritto da Elettra Ferrigno e Emiliano Antenucci, pagg. 100, edito da Tau editrice e disponibile in tutte librerie dal 22 marzo 2019.

Ne dà notizia l’assesssore alla Cultura e Pubblica Istruzione, Angelo Cuva. Saranno presenti gli autori, che racconteranno l’opera. A moderare l’incontro Anna Pia Viola, teologa e Docente di Filosofia presso la Pontificia Facoltà Teologica di Palermo. La serata sarà allietata dagli intermezzi musicali di Emanuele Di Bella e dalla voce di Enrica Luparello. L’evento è patrocinato dal Comune di Canicattì. L’opera è stata presentata in maggio presso lo stand di Umbialibri e Unipegaso-Torino al Salone del Libro, edizione 2019 e alla trasmissione radiofonica “Il Papa ieri e oggi” condotta da Fabio Colagrande per Radio Vaticana. Numerose sono state le recensioni su varie testate giornalistiche, tra cui La Stampa, con un articolo del giornalista vaticanista François Vayne.
Scrivere la luce è un’opera rivolta a tutti, che miscela insieme fede e grazia, arte e visioni, scrittura e silenzio, Parola e poesia. Da forme inquiete del vedere e dall’incontro –tanto imprevisto quanto sorprendente- tra i due autori, proviene la scrittura delle sue pagine. Una raccolta di istantanee che ritraggono lo straordinario dell’ordinario, corredate da una meditazione sapienziale. Per accorgersi che nelle cose piccole e feriali c’è il riverbero immenso del Tutto, della Creazione, di Dio. Le cose non sono che involucri di divine sillabe, solo: bisogna imparare a guardare. C’è, nell’ordinario, lo straordinario. Tutto è segno e messaggio, allora la sfida è sintonizzarsi e comprendere. Per farlo bisogna mettersi in viaggio verso il mistero nascosto nelle cose, scoprirlo senza profanarlo. L’arte, in questo, ci dà una mano: essa non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che spesso non lo è. La fotografia è fra tutte le forme d’arte la più accessibile. Può registrare volti o avvenimenti oppure narrare una storia, può sorprendere, divertire ed educare.
Scrivere la luce unisce fotografia e meditazione, offrendo al lettore uno spazio di riflessione e un silenzio capace di evocare, di rendere eterno un momento, di creare un intervallo, un momento di tacita sospensione. Una benefica e salvifica interruzione nella trama del caos mediatico contemporaneo.

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