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Chiesa e Regione, per un accordo sottoscritto, dovrebbero promuovere la raccolta differenziata

Da giorno 18 di Dicembre le 1797 parrocchie dell’Isola, dopo aver sottoscritto un accordo con i Comuni in cui ricadono, dovevano avviare il progetto “Opifici di pace” e promuovere tra i cittadini comportamenti virtuosi finalizzati al corretto smaltimento di carta, cartone, vetro, plastica, legno e alluminio.

Si tratta di diffondere il concetto di rispetto del creato. Ora non conosciamo la realtà in tutta la Sicilia, ma a Favara non sembra si stia rispettando la convenzione firmata a Catania dall’assessore regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, e da monsignor Salvatore Gristina, arcivescovo del capoluogo etneo, in rappresentanza della Cesi, eppure è in atto una gravissima emergenza igienica dovuta al pessimo comportamento di incivili.

Lo stesso presidente Musumeci ha intravisto nella Chiesa un ottimo alleato per responsabilizzare l’intera comunità.

Le parrocchie, in sinergia con i Comuni, avrebbero già dovuto avviare una campagna di educazione ambientale e, in particolar modo, di sensibilizzazione alla raccolta differenziata.

Si sarebbero dovuti, anche, realizzare appositi spazi di raccolta, in aree pubbliche o messe a disposizione dalle chiese: gli eco-centri “opifici di pace”. Qui i cittadini avrebbero potuto recarsi per depositare i rifiuti da riciclo e l’accesso sarebbe stato consentito tramite un tesserino d’identificazione.

Tutto bello! Tutto fantastico! Purtroppo, almeno al momento, siamo fermi e inchiodati, nella stragrande maggioranza di casi, ai buoni propositi.

A Favara sappiamo che questo, ora si che ci vuole, benedetto incontro tra l’amministrazione comunale e la Chiesa locale non c’è stato. Qualcuno potrebbe sollevare la questione del recente accordo Regione e Vescovi siciliani, considerato che sono trascorsi appena una decina di giorni dalla sottoscrizione del documento, ma siamo in grande emergenza igienica dovuta all’abbandono dei rifiuti che è ulteriormente peggiorata durante le festività natalizie.

Le persone perbene sono vittime nelle mani di maiali a due zampe e rischiano di perdere la guerra, presi dalla stanchezza per un fenomeno che non accenna a diminuire. Non c’è un solo accesso della città che non presenti discariche abusive, le stesse strade interne subiscono lo stesso destino, Favara, giorno dopo giorno rischia di trasformarsi in un enorme discarica. Questo è il quadro e questa situazione dovrebbe indurre tutti a fare qualcosa in difesa della salute e dell’igiene pubblica, i maiali vanno arrestati, in tutti i sensi.

Franco Pullara – SiciliaOnPress

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