E’ bello quando s’incontrano nello stesso incantevole luogo due persone che a modo loro provano a far conoscere le loro opere.
Può capitare che immediatamente ci sia una strana energia, molto positiva, o che tutto si risolva con una semplice stretta di mano.
Con Federica Gisana l’energia è passata. Forse il merito è anche dello spirito del luogo la Villa Barone Alfieri e la meravigliosa proprietaria la Baronessa Tina Alfieri. Nello stesso pomeriggio presentavo il mio ultimo libro Giornalismi, grazie alla splendida organizzazione dell’Istituto Eliea, e Federica inaugurava la sua splendida mostra “Full in the void” (Pienezza del vuoto), una silloge di 40 opere, realizzate negli ultimi anni.
Il curatore Francesco Lucania insieme all’artista ci tengono a spiegare che si tratta di un diario di appunti visivi ed emotivi, tracce di ricordi interiori da inseguire, un universo di visioni da condividere. Federica ha un viso da bambina, gli occhi bellissimi. Dietro una presunta timidezza si cela l’estro e la capacità di una brava artista. I suoi quadri, sono cromatismi che fissano emotività, passioni. “Si fanno spazio nella mente, per divenire memoria e sottrarre dall’oblio sensazioni quotidiane del tempo che sfugge. Sono variazioni di colori che fermano attimi dello scorrere della vita, quasi a ricercare l’intima luce dell’artista. La sua pittura è frutto di una continua ricerca su prospettive, volumi, colori, frammenti di memoria, talvolta distaccati da elementi descrittivi. Dipinti che sembrano elementi di metafisica, ma in vero sono figure dinamiche, vanno oltre l’apparente staticità, sono accordi di colori che prendono forma, lentamente si muovono nelle vibrazioni dei colori, trasportano la mente di chi li osserva in un mondo ovattato, quasi onirico. Nelle sue opere, la soglia tra realtà e finzione è molto sottile, sono in osmosi. La grande creatività, la sensibilità di cogliere l’emotività del mondo quotidiano che la circonda, fanno di Federica Gisana uno spirito libero e profondo, sempre in una continua ricerca espressiva ed estetica. Per lei, dipingere diviene un’esigenza profondamente intima. Un continuo scrutare interiormente, alla ricerca del bello. Catturare la bellezza è un segreto incoercibile.
Ho sempre disegnato e continuato su questa strada seguendo il mio istinto. Il nero e tutte le tonalità scure hanno fatto sempre parte dei miei lavori, sono toni che mi avvicinano di più alla memoria, allo stesso modo come quando chiudiamo gli occhi e affioriamo nel buio della nostra mente un’immagine, un colore, una luce.
I miei lavori sono principalmente introspettivi, ma raccontano anche l’immaginario, il sogno, il reale e il vissuto allo stesso tempo. Traggono spunto dalla natura, immergendomi nel suo mistero con la meraviglia di chi la ammira con aspetto primordiale”.
Mi soffermo a guardare le sue opere. Una vorrei portarla via. E’ molto bella, piena di nebbia, piena di luce allo stesso tempo. Piena di vita.
“Alcuni lavori pittorici- mi spiega ancora l’artista Federica Gisana- e disegni in mostra prendono riferimento dalla nebbia, altro elemento atmosferico che si presenta dall’ aspetto misterioso, vellutato e silenzioso. Sono lavori che vanno dal grigio al nero, presentando velature di colore con toni che vanno dai caldi ai freddi. Quest’ultimi sono luci sconosciute che si intravedono dalla barriera nebulosa che con trasparenza determina una nuova percezione del paesaggio”.
Un incontro speciale con una persona e artista speciale. La sua mostra a Villa Barone Alfieri rimarrà aperta fino al 3 settembre.
Chi è Federica Gisana
Federica Gisana nata a Modica nel 1985. Consegue la Maturità artistica nel 2004, presso il Liceo Tommaso Campailla di Modica, in seguito, nel 2008 acquisisce il Diploma di Laurea, Accademia di Belle arti, presso l’Università di Catania. Le sue opere sono state esposte in molte personali e parecchie collettive, tra cui: Skopie, Livorno, Catania, Scicli, Modica, Ispica, Ragusa, Pozzallo. Nel mese di luglio 2018 espone nella rassegna “Venti Contemporanei” a cura del Festival dell’arte contemporanea di Cereggio.
Francesco Pira