Una assenza che certamente “peserà” nel non vedere sfilare e ballare gli storici gruppi siciliani legati alla città dei Templi che da sempre hanno animato le vie e le piazze durante quella che fu la Sagra del Mandorlo in Fiore (oggi Festa ndr). A lanciare il grido di protesta Lello Casesa, esponente dello storico gruppo Val d’Akragas: “Una festa degli agrigentini e dei gruppi folkloristici agrigentini. Nessuno può permettersi di intaccare questa antica tradizione legata alla storia di questa città“.
Per la prima volta nella storia, i gruppi agrigentini non parteciperanno alla sagra del mandorlo in fiore: nessuna fiaccolata, nessuno spettacolo al Palacongressi, nessuna sfilata tra le strade della città e al tempio della Concordia.
“Obiettivo del Parco sarà, anche quest’anno, quello di guardare la spettacolarizzazione ed attrazione di effetti scenici e circensi come le Torri umane che poco o nulla hanno in comune con lo spirito della sagra e del festival internazionale del folklore pensato da Enzo Lauretta nel lontano 1952 grazie al quale, successivamente, fu realizzato. Guardiamo con preoccupazione e perplessità al futuro di questa straordinaria manifestazione che, a nostro avviso, deve essere modificata e migliorata distinguendo il momento della sagra e del festival internazionale del folklore con la presenza dei gruppi Unesco“.
“La tradizione si preserva – hanno spiegato oggi i rappresentanti dei gruppi folk agrigentini -. Si cambia il nome della sagra in Mandorlo in fiore e la si fa svolgere in un periodo in cui il fiore del mandorlo non c’è più“.