Il 67enne, come si ricorderà, fu trovato all’interno del suo laboratorio senza vita il 6 dicembre del 2015.
Sciortino è stato posto agli arresti dopo le indagini svolte dai militari dell’Arma dei Carabinieri attraverso l’analisi approfondita di alcuni filmati che hanno permesso di accertare, secondo l’accusa, che l’operaio la mattina del 6 dicembre 2015 aveva pedinato per circa tre ore la vittima. L’esame avrebbe inoltre concentrato l’attenzione su una vettura Fiat Punto di colore nero e, come scrivono i Carabinieri, si accertava la condotta anomala da parte del conducente dell’auto, il quale oltre a pedinare Giuseppe Miceli, eseguiva dei veri e propri controlli effettuando delle soste prolungate agli angoli delle strade da dove era possibile osservare i movimenti del Miceli.
Sciortino, ha negato ogni tipo di responsabilità e ora gli avvocati difensori, Santo Lucia e Giovanna Morello, hanno chiesto la remissione in libertà del loro assistito.