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“Sanità gravemente malata ad Agrigento”. L’ex Sindaco Firetto: “linea di management politicizzata e arrogante”

“Sanità malata gravemente ad Agrigento. Dopo il primario di Ortopedia, ora vanno via pure tre medici. Ne restano solo due, nessuno per la sala operatoria. Per gli interventi chirurgici si dovrà ricorrere al primario dell’ ospedale di Sciacca e solo tre volte a settimana”.

Lo afferma il già Sindaco di Agrigento e attuale consigliere comunale, Lillo Firetto che aggiunge: “La fuga di medici fa il paio con le dimissioni del primario del pronto soccorso, la rinuncia di un altro, e l’addio di cinque medici gettonisti chiamati in servizio solo per l’estate. I medici di cardiologia avevano pure dato man forte, con il dottor Caramanno in testa, dimostrando che basta una buona organizzazione e personale sufficiente per dare risposte. Ora sì è piombati di nuovo nel caos, come era prevedibile”.

“Sette in poco tempo i medici dimissionari. I reparti sono sguarniti e fare consulenze e ricoveri è complicatissimo. I ritardi si accumulano e i pazienti rimangono senza risposte per ore. Un esempio? In Medicina non c’è medico di notte; in Neurologia il medico è fino alle 14; la Stroke Unit, fondamentale per salvare chi è colpito da ictus, è attiva solo fino alle ore 14: chi si sente male dopo quell’ora deve sperare di arrivare a Caltanissetta. In Urologia i medici sono fino alle 16 e la domenica non c’è nessuno; in ortopedia, con 4 medici in meno. Inoltre la direzione ha stabilito che i traumi dei bambini dovranno essere valutati in pronto soccorso e non in ortopedia, facendo impazzire i genitori per le lunghe attese. Questo è l’ ospedale di Agrigento, una realtà allo sbando, una gestione irresponsabile. Le soluzioni che riescono a trovare sono il ricorso ai medici stranieri, soluzioni tanto sbandierate dalla Giunta regionale che pongono non pochi problemi di natura contrattuale, anche sotto il profilo delle competenze. Mancano medici e il numero chiuso in medicina è un controsenso intollerabile. Ma il vero problema ad Agrigento è rappresentato dalle carenze di programmazione degli ultimi anni con una linea di management politicizzata e arrogante. Il personale medico e paramedico costretto assai spesso a condizioni impossibili. Reparti che rivendicavano perfino l’essenziale per poter lavorare e per assicurare standard minimi di assistenza ai malati. Queste dimissioni in massa sono un manifesto di protesta: dicono BASTA perché c’è un limite a tutto”, conclude Firetto.

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