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Pronto Soccorso di Agrigento, Firetto: “in gioco c’è la tenuta del diritto universale alla salute”

“Dieci medici in turno negli ultimi tre giorni, soltanto grazie al sacrificio dei cardiologi e del loro dirigente, non sono una soluzione strutturale ma un palliativo, una pezza temporanea, che ha una scadenza precisa”.
Lo afferma il già Sindaco di Agrigento e consigliere comunale Lillo Firetto che aggiunge: “Per questa ragione l’espressione che utilizza il sindaco di Agrigento riferendosi al pronto soccorso fa paura: “Non ci sono più problemi”. Un’espressione che è inversamente proporzionale alla sua capacità di misurarsi con la complessità delle cose. Possibile che un tema presente sui maggiori tavoli politici e nazionali sia stato risolto ad Agrigento in 72 ore? L’espressione utilizzata dal sindaco ci lascia sbigottiti. La questione sanità pubblica nella nostra città interessa il Pronto Soccorso del San Giovanni di Dio al pari di tanti reparti di emergenza piegati dalla grave carenza di risorse umane e strumentali e si continua a chiedere prestazioni aggiuntive ai medici in servizio già costretti a turni insostenibili. Il pronto soccorso di Agrigento per 20 anni è rimasto senza primario, è tuttora senza medici, con poche risorse strumentali, senza spazi adeguati, con un ingresso fatiscente e costringe tutti i medici dell’ospedale a fare i turni, trasformando di fatto tutte le Unità Operative in bacini cui attingere per colmare le terribili lacune dell’organico. Il sindaco ci vuol far credere che tutto questo è stato risolto in 72 ore. Magari fosse vero! Il Sindaco si approccia come sempre a problematiche complesse nel solo modo che conosce: superficiale, demagogico e probabilmente condizionato da logiche che devono rassicurare al fine di proteggere presidi politici locali e regionali. Ciò che è più triste è che sia un medico a farlo. E mi chiedo cosa ne penseranno i suoi colleghi. Perché non era anche lui in ospedale con gli altri sindaci? Bisogna rendersi conto che in gioco c’è la tenuta del diritto universale alla salute sancito dalla Costituzione e che i problemi, per potersi dire risolti, necessitano qualcosa in più di 72 ore di impegno e di un paio di dichiarazioni alla stampa. E serve il coraggio di contrastare quella politica che più che occuparsi di Sanità, occupa la Sanità”.

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