Si tratta di una misura che ha, da un lato, carattere dissuasivo nei confronti dei responsabili di abusi edilizi, dall’altro mira ad avere fondi da reinvestire per le demolizioni e al ripristino dei luoghi.
La sanzione, spiegano dal Comune, non è alternativa alla demolizione, ma si tratta di una misura aggiuntiva che va ad aggiungersi all’acquisizione del patrimonio comunale del bene.
Le sanzioni amministrative pecuniarie, vanno da un minimo di 2 mila, ad un massimo di 20 mila euro seguendo lo schema predisposto che prevede la distinzione fra “interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali” e “interventi realizzati in zone o su edifici di cui al DPR 380/2001 ivi comprese le aree soggette a rischio idrogeologico elevato o molto elevato”.