oramai noto dopo il servizio mandato in onda dalle “Iene”, sulla vendita di una parte del Parco Archeologico di Agrigento è stato da subito oggetto di valutazione e approfondimenti.
Alla nostra domanda su come si sia arrivati alla vendita di un terreno che risulterebbe essere “inalienabile”, il dirigente della Regione Siciliana dichiara: “dalla nostra documentazione risulta che una parte del terreno non era vincolato. Si è trattato probabilmente di un errore – sottolinea Bologna – visto che sembrerebbe che una porzione del terreno non era sottoposta a vincoli“. Da qui la vendita dell’intera area di circa 4000 metri quadrati di zona archeologica. Una vendita, così come riporta l’avvocato Enzo Sinatra della società TAS che gestisce l’Hotel della Valle, effettuata dalla Regione Siciliana nel 2013, “dopo una serie di lungaggini derivanti dalla manutenzione degli impianti delle vasche di raccolta acque che la Regione aveva costruito dopo sentenze esecutive promosse dalla TAS“.
Il Dirigente Bologna, sull’eventuale opposizione alla revoca da parte della TAS, aprendo così un contenzioso giudiziario, afferma: “è nella loro facoltà. Da parte nostra potremmo valutare la possibilità di chiedere un risarcimento per il danno, anche d’immagine, che la Regione sta subendo“.
Insomma una questione che sicuramente non si chiuderà facilmente, aprendo nuovi scenari.
Come si ricorderà la vicenda è tornata alla ribalta dopo la nostra inchiesta giornalistica, nata da una lettera anonima, sulla quale, dopo le verifiche del caso, ha portato all’amara scoperta. Da qui il “caso” che abbiamo voluto segnalare intervistando anche la Soprintendente dei Beni Culturali di Agrigento e il presidente della Regione Siciliana.
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