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Concorso a cattedra 2016 e ricorsi annunciati a spese dei “candidati/laureati/disoccupati”

Tempo scaduto per gli aspiranti insegnanti italiani “disperati e disorientati” in cerca di una qualsiasi occupazione. Il termine ultimo per la presentazione delle istanze, di partecipazione al concorso a cattedra 2016, era infatti fissato per oggi, 30 marzo 2016, alle ore 14.

Ammessi a partecipare, secondo quanto stabilito dal Governo Renzi-Giannini, i soli candidati (oltre 150mila) in “possesso del titolo di abilitazione all’insegnamento”, vale a dire PAS e TFA ecc…
Tra gli aventi diritto è necessario precisare che coloro i quali si trovano in possesso del titolo abilitativo ottenuto con il PAS (percorso abilitativo speciale) è bastato avere insegnato per almeno tre anni per accedere, senza passare attraverso selezioni varie, al corso abilitante (PAS) culminato con l’esame finale.

Per ottenere l’abilitazione con i TFA il percorso ha previsto invece: una prova preselettiva, una prova scritta e una orale per accedere al corso, il tirocinio ed infine l’esame finale.
Queste due differenti misure la dicono lunga sul diritto all’insegnamento, negato agli abilitati, con il loro mancato inserimento nelle graduatorie ad esaurimento del 2015.
Lo “straordinario concorsone” esclude tutti i laureati, anche se “blasonati” da dottorati di ricerca, master ecc…, perché non in possesso del “sacro titolo” d’accesso: l’abilitazione all’insegnamento.

E qui entrano in gioco i ricorsisti e con loro, gli unici beneficiari di questa esclusione clamorosa: i sindacati e loro avvocati, che godranno dell’effetto economico positivo di questo concorso al “sapor di beffa”. Per parteciparvi con riserva, gli oltre 20mila “testardi candidati”, non in possesso del titolo d’abilitazione, hanno dovuto necessariamente iscriversi al sindacato (50 euro) e pre-aderire al ricorso (100 euro) entro il 30 marzo 2016, ossia prima ancora di partecipare alla prima prova concorsuale che potrebbero non superare.

Considerato che per il precedente concorso a cattedra del 2012, i “semplici laureati”, esclusi dal bando anche in quella occasione, hanno partecipato con riserva e in seguito al ricorso, vinto attraverso i sindacati, sono stati inseriti nelle graduatorie ad esaurimento con contratto a tempo indeterminato, per quale motivo la legge, ancora una volta, ha negato questa possibilità/ultima spiaggia ai laureati di partecipare di diritto?

Mentre cerchiamo una risposta, impossibile da trovare, i sindacati e loro avvocati ringraziano.

Roberto Campagna
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