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Italia: una Repubblica del “caso”

Che all’Italia spetti l’appellativo di Repubblica del “caso” lo dimostrano i tanti “casi” avvenuti per “caso”.

L’ultimo “caso” in ordine di tempo vede Pier Luigi Boschi, padre del Ministro Maria Elena, coinvolto per “caso” nel “caso” del salvataggio della Banca Etruria che ha visto dissolversi, per “caso”, nel nulla i risparmi di migliaia di cittadini italiani.

Il “caso” vuole che poco più di due mesi dopo la nomina di Maria Elena a Ministro della Repubblica (22 febbraio 2014) il papà Pier Luigi viene nominato vicepresidente dell’istituto di credito aretino (7 maggio 2014).
Solo per ricordare qualche altro “caso” avvenuto per “caso” citiamo:

il “caso” del fratello e del figlio dell’ex Ministro Ignazio La Russa che solo nel 2011 ricevevano dal gruppo Fonsai consulenze per un ammontare pari a 670 mila euro, mentre il loro congiunto era Ministro; per carità nessun reato, tutto è avvenuto per i meriti professionali dei due avvocati parenti di un Ministro ma, è solo un “caso”;

il “caso” del fratello del Ministro Angelino Alfano, che scopre per “caso” le sue attitudini allo studio in tarda età, nel 2009 a 34 anni ottiene la chiacchierata laurea breve in economia e da quel momento inizia per “caso” la sua scalata professionale ai vertici di grosse aziende nazionali;

il “caso” del figlio del sig. Mario Rossi che dopo avere conseguito una laurea non a “caso” con 110 e lode, si trova difronte ad una scelta: restare in Italia da disoccupato per “caso” oppure emigrare all’estero per trovare un lavoro?

Nell’attesa che il figlio del sig. Mario Rossi lanci una moneta in aria lasciando scegliere al “caso” il proprio destino, ai nostri governanti chiediamo se con tutti questi “casi” avvenuti per “caso” non abbiano proprio rotto il “caso”.

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