Focus anche sull’Urban Center e sull’istituzione del museo etnoantropologico, trait d’union tra la Valle dei Templi e Favara, la storia del suo popolo e la bellezza del suo territorio.
E ieri pomeriggio, a Palazzo di Città, nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento, l’architetto Calogero Giglia, consigliere dell’Ordine, il sindaco Anna Alba, l’assessore alle Politiche comunitarie Umberto Rumolo e l’architetto Giacomo Sorce, dirigente comunale, è stato firmato il protocollo d’intesa tra il Comune e l’Ordine degli Architetti – dipartimento di volontariato di Protezione civile – finalizzato al censimento e alla schedatura degli edifici del centro storico che versano in condizione di degrado e all’esercitazione e aggiornamento degli operatori di volontari di Protezione civile. Compito dell’amministrazione comunale è di eseguire un’indagine preliminare sulle condizioni di stabilità del patrimonio edilizio del centro storico mentre agli Architetti spetta l’incarico di censire e schedare il patrimonio immobiliare sotto il profilo della stabilità.
Dopo la firma del protocollo d’intesa, si è discusso dell’Urban Center, già esistente a Favara nell’ex mattatoio, al quale l’Ordine degli Architetti potrà apportare il proprio contributo con la realizzazione del laboratorio di idee sulla rigenerazione urbana. Laboratorio che ha già il suo primo compito: istituire il museo etnoantropologico.
“Apprezziamo quest’idea propositiva dell’Ordine degli Architetti – ha dichiarato il sindaco Anna Alba – che giunge in un periodo storico in cui tutti i paesi della provincia si trovano ad avere centri storici decadenti. Ritengo sia importante studiare lo stato dei luoghi e quello che si vorrà fare. Abbiamo parlato di rigenerazione urbana, di nuove progettualità, di nuove idee che possano dare futuro alla nostra città. C’è una tendenza a ritornare nel centro storico e, quindi, è d’obbligo che un’amministrazione debba rendere il centro storico molto più sicuro. Non abbiamo strumenti economici ma idee quindi, a confronto e in accordo con gli Architetti, disporremo di questo importante strumento che ci consentirà di valutare e monitorare quello che succede all’interno della nostra comunità”.