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Speciale San Calogero: la fede, la festa, le tradizioni che non conoscono epoche

Della festa di San Calogero, se ne parla da tempo immemore. Saranno stati i nostri nonni a raccontarci per primi delle “meraviglie” delle prime due domeniche di luglio, e prima di loro i nonni dei nostri nonni.

Insomma, al grido di “E chiamiamu a ccù n’aiuta…Evviva San Calò” siamo cresciuti un po’ tutti noi agrigentini. La riflessione più sorprendente che si possa fare oggi, viene “stimolata” da una foto pubblicata da una nostra lettrice, l’Avv. Claudia Avenia, che immortalando un momento topico della festa, ha restituito uno spaccato di ciò che rappresenta realmente il Santo nero oggi.

Cosa è cambiato rispetto a 20, 30, 40 anni fa? La fede la tradizione e quel pizzico di superstizione che da sempre avvolge come un manto la ricorrenza della festa di San Calogero, sono tutti sentimenti vivi, e sono come un gioiello antico tramandato di generazione in generazione, senza perdere il suo originario valore.

Ed eccoli lì i “fedeli 2.0” stesso posto stesso periodo, stessa ricorrenza. Accalcati ordinatamente, radunati in un perfetto incastro di sudore e preghiera ad attendere sotto il sole cocente della nostra Agrigento, il Santo che con il suo “carisma” incanta ancora gli agrigentini e non solo.

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