Altra misura cautelare, specificatamente dell’obbligo di dimora, è stata emessa a carico di un soggetto catanese, resosi responsabile di furto aggravato in concorso.
Pietro Campo e Ciro Tornatore sono ritenuti, fino al 2013, esponenti di primo piano, a livello provinciale, della consorteria mafiosa denominata “Cosa Nostra”; in particolare, Pietro Campo viene ritenuto esponente di punta, fino al citato periodo, per la zona occidentale della provincia.
L’odierna operazione antimafia, rappresenta la terza fase dell’Operazione “ICARO” eseguita in data 2 dicembre 2015 (con l’esecuzione di 13 misure cautelari) e 26 maggio 2016 (con l’esecuzione di 9 misure cautelari), anch’esse condotte dalla Squadra Mobile di Agrigento, diretta da Giovanni Minardi e dalla Squadra Mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti.
Nelle precedenti occasioni, la Polizia di Stato aveva eseguito le citate 22 misure cautelari a carico di altrettanti indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, riciclaggio, danneggiamenti, detenzione illegale di armi da fuoco e relativo munizionamento, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rapina aggravata dall’uso delle armi, tentato omicidio ed altro.
La citata Procura Distrettuale aveva chiesto, per i nominati, l’emissione della misura della custodia cautelare in carcere, richiesta che non era stata accolta dal G.I.P. di Palermo.
Avverso tale decisione del G.I.P., la Procura Distrettuale propose appello al Tribunale del Riesame che giudicò fondati gli elementi raccolti dagli organi inquirenti ed applicò ai prefati la misura della custodia cautelare in carcere.
Gli arrestati, dopo gli adempimenti di rito, sono stati associati presso la Casa Circondariale di Agrigento, a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.