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Cultura

Carte da gioco in Sicilia, una tradizione antica

Il mazzo delle carte da gioco siciliane si compone di 40 carte e il seme è di tipo spagnolo: discendono dal Tarocco siciliano ma rispetto a quel mazzo hanno perso l’otto, il nove e il dieci, essendo state sostituite dalle carte con le figure di origine medievale (le classiche donne, cavaliere e re, presenti nelle varianti tipiche di ciascuna regione italiana). Rispetto al Tarocco, sono diminuite anche numericamente le carte: dalle 64 carte si è passati alle 40 carte del mazzo regionale. A loro volta sono suddivise in quattro semi, che in siciliano sono detti altresì palu: coppe (oppure di coppi), spade (di spati, in dialetto), bastoni (di mazzi) e denari o ori (in siciliano d’aremi).

L’influenza araba e spagnola nell’isola siciliana si ritrova anche nei mazzi di carte: sembra infatti essere ricorrente uno stile che ricorda molto il simbolismo arabo. Guardando, ad esempio, alla raffigurazione dei cavalli, il colore e le linee ricordano maggiormente la figura di un asino, che si avvicina molto di più alle raffigurazioni tipiche della tradizione islamica. L’asino non era utilizzato di certo per schernire ma era inteso come simbolo di umiltà, elemento fondamentale per il pellegrinaggio a Medina nella visita della tomba del profeta della tradizione islamica. All’interno delle carte da gioco si ritrovano inoltre elementi che richiamano immediatamente all’isola e ai suoi simboli. Rispetto ad altri mazzi regionali, le carte siciliane hanno una dimensione ridotta e figure meno elaborate nella loro interezza ma possono presentare elementi decorativi assenti in altre regioni. Un esempio è dal tre di denari: al suo interno si ritrova la raffigurazione della Trinacria, considerato il simbolo dell’isola. Spostando invece l’attenzione sulle figure, balzano all’occhio gli abiti dipinti. I vestiti di donna, cavallo e re derivano da quelli utilizzati dai cavalieri carolingi in epoca medievale e si ritrovano nel teatro dei pupi, il tradizionale teatro delle marionette tipico della Sicilia e iscritto dal 2008 nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

Per quanto riguarda l’asso di coppe, la sua rappresentazione nel mazzo siculo ricorda un tipico contenitore ceramico, spesso presente in occasione dei matrimoni nella Grecia antica: in ogni caso, questo asso rappresenta la classe del clero. Le spade sono la raffigurazione della classe nobiliare mentre i bastoni raffigurerebbero il popolo. Una curiosità legata ai mazzi più antichi della regione riguarda in modo particolare la figura del cavallo di bastoni: era ritratto Garibaldi. In alcuni casi, inoltre, ma questa particolarità si ritrova meno spesso della precedente, si ritrovava uno dei re (a prescindere dal seme) con le sembianze di Vittorio Emanuele II. Infine, l’ultimo seme, i denari, rappresenterebbero la borghesia.

A proposito dei giochi di carte, va infine precisato che – naturalmente – in tutto il territorio siciliano sono praticati quelli conosciuti in tutta la penisola italiana e non solo. Come in ogni parte del Paese e del mondo si sono diffusi giochi “mainstream” come poker o blackjack, così come gli italiani scopa o briscola. Sono quindi conosciute le regole della roulette o le regole del gioco del baccarat, così come quelle dello scopone e del sette e mezzo, senza dimenticare giochi quali scala 40, burraco o tresette. Non mancano, tuttavia, passatempi più marcatamente isolani: è il caso del cucù, ad esempio, ma anche Ti vitti oppure il piatto o ancora il cavazzuddu.

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