“Purtroppo non abbiamo più le registrazioni dei livelli di disoccupazione che operavano gli uffici di collocamento a livello provinciale. Ma numeri a parte, il dramma occupazionale dell’Agrigentino è empirico: basterebbe vedere come si sono spopolati interi paesi della provincia”,
Questo è quanto dichiarato al quotidiano “Giornale di Sicilia” dal segretario provinciale della Cgil di Agrigento Massimo Raso (in foto).
“Bisogna mettere piano ad un piano del lavoro, ovvero indirizzare risorse pubbliche e private verso l’innovazione e i beni comuni. La nostra è una provincia dalle tante opportunità e dai tanti filoni su cui si potrebbe lavorare meglio: dal recupero di alcuni centri storici al turismo; dalla ricchezza del sottosuolo alle terme; dall’enogastronomia alla pesca. Anche sulle infrastrutture c’è tanto da fare. Non siamo all’anno zero ma regna sovrana una disorganizzazione complessiva”.
“Da tempo – ha proseguito il leader della Cgil agrigentina – gridiamo queste cose inascoltati. Abbiamo lanciato appelli accorati alle altre forze sociali e dell’economia per fare sistema, mettere insieme le forze, ma uno dei più grandi nemici di questa terra è l’individualismo esasperato, ognuno pensa di poter fare da solo e invece nessuno si salva da solo! Dobbiamo puntare sulle risorse che abbiamo storiche, naturali, umane e che non sono delocalizzabili e su quello costruire economie possibili. Abbiamo tante risorse che altri che ci guardano da fuori vedono e che noi non sappiamo cogliere appieno, è davvero uno spreco”.
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