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Amministrative Agrigento: l’analisi sulla comunicazione dei candidati

ascoltareUno degli aspetti più importanti in una campagna elettorale è quello della comunicazione. Saper comunicare vuol dire rintracciare maggiori margini di consenso. Ed in una campagna elettorale dai toni accesi come quella di Agrigento, comunicare acquista maggiore importanza. I candidati hanno già mostrato una parte della loro capacità comunicativa mediatica e non: mostrando i simboli, affiggendo i manifesti in città ed intervenendo nelle interviste.


Firetto: La più importante innovazione mediatica è stata portata proprio da lui inserendo nei manifesti (forse il colore di sfondo blu appesantisce la figura) l’hashtag dinanzi al ”FirettoSindaco”. In questo modo il candidato può controllare una parte del suo consenso. Di grande importanza è stata la scelta simmetrica dei raggi del sole spezzettati in uno dei simboli delle sue liste come a voler dire ”con me questi raggi faranno sorgere il sole ad Agrigento”. Nelle interviste invece si è mostrato calmo e pacato divagando un po’ troppo e mostrando quindi un altro lato del suo carattere da moderato.

Alessi: Qualche defezione all’inizio della campagna elettorale a causa di quella frase ripresa da tanti media nazionali ha fatto scivolare inizialmente il patron dell’Akragas. Lo stesso ha dato prova pratica della sua candidatura riempiendo gli spazi pubblicitari dei suoi manifesti dove, davanti ad uno sfondo bianco che rende semplice ed incisivo il messaggio ”Io sono pronto” sottolineato da tratti blu, si trova Alessi con maglione neutro blu sfoggiando il carattere imprenditoriale. Neutralità e moderazione che sembrano apparire anche nelle interviste sia politiche che sportive.

Di Rosa: Toni forti e vivaci quelli di un candidato che, senza giri di parole da area moderata, ha denunciato fatti e mostrato le sue proposte. Basti pensare al suo spot tratto da ”Le mani sulla città” per capire le intenzioni dell’ex consigliere comunale. Il suo logo, con un segnale stradale verso la strada per la città, rimarca lo scopo del ‘Cambiamento’ riempiendo, però, forse un po’ troppo di contenuti e colori soprattutto i manifesti con sfondo neutro e la bandiera italiana per mostrare il sentimento patriottico. A causa del carattere grintoso ha mostrato invece qualche lacuna rispondendo ad ogni minima provocazione sui social ed in politica – e lui lo sa – ogni tanto bisogna ignorare.

Arnone: Una campagna elettorale basata sulla rievocazione del passato al fine di capire le radici delle congiunture per progettare il presente. Con il ”popolo di cornuti” ed i vari manifesti in città si è mostrato appartenere all’ala giustizialista (definizione di Alfano) della sinistra siciliana. Il suo manifesto risulta essere quello con meno inventiva forse perchè il messaggio di Arnone vuole essere lo stesso di qualche hanno fa’, quando con ogni mezzo si è schierato a difesa soprattutto dell’ambiente.

Dalli Cardillo: Il pentastellato non ha in sé quel carattere ‘urlatore’ tipico della politica grillina. Il logo è quello del M5S che vuole raccogliere il consenso di chi, adesso, non crede più nell’arte governativa degli ultimi anni. Nelle interviste ha mantenuto un’impostazione severa e pacata non rinunciando però ai toni chiari. Se non fosse per i componenti delle sue liste che ogni giorno riempiono il network di programmi e comunicati, non riuscirebbe ad accogliere l’approvazione del popolo dei social.

Marcolin: Nelle interviste il basso tono della voce non fa di lui un’esponente della destra alla quale appartiene ‘Noi con Salvini’. Il simbolo di questa lista finge da avamposto ad un manifesto con alterni i colori giallo, rosso e bianco che gli permettono di attrarre immediatamente l’attenzione. La testa pelata (Marcolin non me ne voglia, ho anche io la ‘tigna pelata’), gli concede quel tocco autoritario che non mantiene invece nel suo video-spot.

Cirino: Aspetto fiero, spalle larghe e forte stretta di mano con Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: è questa l’immagine simbolo della candidatura dell’ex consigliere comunale mostrata nei vari spazi pubblicitari in città. Il tono di voce non fa di lui un ottimo propagandatore ma la fermezza dei movimenti, come in una parata in colpo di reni, lo rimette in equilibrio nelle interviste. Poco presente sui social (la sua pagina Facebook conta circa 170 ‘like’ mentre quella di tutti gli altri candidati ne conta centinaia) rischia di far veicolare con lentezza e grandi lacune il messaggio elettorale.

Pellegrino: Ancora nessuna mossa politica dell’ex sindaco di Caltabellotta.

Questa l’analisi della comunicazione dei vari candidati alla poltrona di primo cittadino della città della Valle dei Templi.

Flavio Principato

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  1. francesca says:

    Analisi profonda. Unica pecca sul giustizialista di Arnone. Penso che, almeno lui sia sincero, la sincerita’ e’ la base della democrazia.La falsita’ non appaga e non rende. Agrigento oggi necessita di persone serie che amano la loro citta’ ed i suoi abitanti. Nascondersi dietro o al di sopra, non ha dato frutto.

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