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Cultura

Cesare Bocci: “La Sicilia mi ha visto crescere come artista e come uomo”

Successo ieri sera su Rai1 per il primo dei due nuovi attesissimi gialli de Il Commissario Montalbano.

Accanto a Salvo Montalbano ritroviamo ancora Mimì Augello, interpretato da un convincente Cesare Bocci.

Classe ’57, il noto attore ha interpretato molti ruoli tra cinema, teatro e televisione, approdando anche al programma Ballando con le Stelle.

Marchigiano di nascita, ma “siciliano d’adozione”, come tiene a precisare, Cesare Bocci ha raggiunto la popolarità caratterizzando la figura del maschio siculo nella fiction più amata dagli italiani ed ambientata nei luoghi più belli dell’Isola.

L’attore, inoltre, è stato recentemente in tournée in Sicilia, al Teatro Pirandello di Agrigento, con lo spettacolo “Pesce d’aprile”.

In quell’occasione Cesare Bocci ci ha rilasciato un’intervista nella quale  svela tutto il suo amore per la Sicilia, una terra, afferma, che: “Mi ha visto crescere come artista e come uomo”.

Al noto personaggio televisivo, che continua ad incantare il pubblico femminile,  abbiamo chiesto:

Cosa si prova a recitare nella “patria” del creatore di Montalbano?

“Tanta emozione! E’da diversi anni che frequento la Sicilia; da figlio adottivo di questa terra vedere un teatro così pieno mi rende orgoglioso. Anche come italiano mi rende tanto orgoglioso. Dobbiamo essere tutti orgogliosi di vedere un teatro così pieno,  perché, checchè se ne dica, a noi italiani la cultura ci piace.”

Qual è l’eredita culturale che ha lasciato Andrea Camilleri?

“Andrea ha lasciato una grandissima eredità di onestà culturale, intellettuale e morale. Questo già sarebbe sufficiente (si sofferma). Poi, lascia la sua eredità letteraria. Un patrimonio immenso per cui dovremmo tutti ringraziare il nostro Andrea.”

Che ricordo ha del maestro?

“Di una persona straordinaria ed impegnata. Andrea l’ho incontrato in diverse occasioni. Ma le voglio raccontare un episodio: era andata in onda una puntata di Montalbano; si trattava di una storia intimamente molto forte. Il giorno dopo, in occasione di un pranzo, arrivò Andrea Camilleri. Andai a salutare il maestro e lui, appena mi vide, mi diede un buffetto sulla guancia, dicendomi: “Tu ieri sera hai fatto piangere me e mia moglie” (cerca di imitare l’accento di Camilleri). Questo è stato il complimento più bello che io abbia mai ricevuto.”

Nella fiction lei caratterizza bene il maschio siciliano

“Mimì Augello è un uomo che si impegna molto, ma è distratto (sorride). È la sua natura! Lui  vuole fare, ma è distratto.”

Che rapporto ha con la Sicilia ed i siciliani?

“La Sicilia è diventata la mia seconda casa. Credo di aver trascorso più tempo in Sicilia che nel mio paese d’origine. In questo momento mi sono fermato in un’area di servizio e gusto un cannolo al pistacchio; mi riappacifico con il mondo. In Sicilia ho tantissimi amici e tanti ricordi. Posso affermare che l’Isola  mi ha visto crescere artisticamente e come uomo. È una terra meravigliosa, ricca di cultura, di storia e di architettura. Il cibo, poi, è straordinario. Ritengo che sia una delle Regioni più belle d’Italia e dovrebbero essere valutata per quello che è! Non per alcuni fatti che l’hanno, purtroppo, rappresentata nel tempo”.

In Sicilia ha un  luogo del cuore?

“È una domanda che mi mette un po’ in imbarazzo”.

Riformulo! Ha un momento che ricorda con particolare affetto?

Le racconto un aneddoto. Il mio rapporto con la Sicilia inizia con il mio esordio da attore; era il 1982. In quell’anno ho fatto la mia prima tournée teatrale in Sicilia. Il rapporto con l’Isola negli anni  si è sempre più consolidato. Ho anche lavorato per la musica ( Bocci è stato anche tecnico delle luci) con  Ron e Mietta. Abbiamo fatto tanti concerti in Sicilia. Durante una tournée capitò di avere due giorni liberi; stavamo in Sicilia da più di un mese. Era fine agosto e me ne tornai a Roma. Ripresi l’aereo per tornare in Sicilia e giunti sullo Stretto guardai giù. Ero felice e sereno e mi scesero le lacrime. Mi chiesi del perché stessi piangendo. Capii che era l’emozione di ritornare in Sicilia: appena vidi la costa mi emozionai. E Montalbano doveva ancora nascere”.

Luigi Mula

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