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Giovanni Montemaggiore: l’eccellenza dei prodotti e la professionalità di uno chef racchiusa nelle sue “Fettuccine alla Ferdinandea”

E’ stata la splendida località del borgo “stazzone” di Sciacca, a fare da cornice all’evento di showcooking cui protagonista assoluto è stato lo Chef Giovanni Montemaggiore e le sue “Fettuccine alla Ferdinandea“.

Un piatto che, come nello stile del pluripremiato chef, vice presidente dell’Associazione cuochi Agrigento, rispetta la stagionalità, e i “tesori” gastronomici del territorio: quale la spatola, apprezzato pesce azzurro del mediterraneo e del territorio saccense. Tra consigli e spadellate, lo Chef Montemaggiore ha incantato i presenti e fatto venire loro anche l’acquolina in bocca.

L’ispirazione di questo piatto, come suggerisce il nome, deriva dalla misteriosa isola Ferdinandea, minima parte di un grandissimo complesso vulcanico come e più esteso dello stesso Etna, e luogo dove si pesca il miglior pesce di Sciacca, quasi uno scrigno che non aspetta altro che offrire le sue migliori gemme: triglie baffute, aragoste, sogliole, orate, spigole, spatole, cernie, gamberetti e quant’altro di meglio e gustoso possa essere pescato. Questo grazie ai molteplici anfratti e grazie anche alle rigogliose alghe che crescono più favorevolmente, data la vicinanza alla superficie dell’acqua e relativa luce solare.

Un mistero, quest’isola che offre dunque materie prime di ottima qualità che hanno ispirato non soltanto il nome dell’associazione Enogastronomica “Isola Ferdinandea”, fondata da Giovanni Montemaggiore nel 1996, ma anche le splendide fettuccine ideate dal grande Chef che in quanto tale, ha deciso di rendere pubblici tutti i suoi segreti per realizzare anche a casa questo magnifico piatto.

Ingredienti per 10 persone

– Fettuccine kg.1
– aglio tritato o frullato 8 spicchi
– ciliegino gr 500
– spatola e spigola sfilettati gr 400
– gamberetti sgusciati gr 200 (tritati)
– olio e. v. d’oliva q.b.
– vino bianco secco 1 bicchiere
– sale e peperoncino q.b.
– rucola 2 mazzetti
– pangrattato secco gr 100 e pan carrè fresco grattato gr 200 (messi entrambe in padella con olio sale e un pò d’olio e aglio e fatti sufficientemente “atturrari” cioè tostare)
– zucchine verdi tipo genovesi n.3 (tagliate a fiammifero e fritte in olio fino a renderle ben croccanti, poi poste in colafritto)

Procedimento:

Fase 1 – In una capace padella o tegame porre l’aglio, il pesce sfilettato l’olio, il sale,il peperoncino, il ciliegino; lasciar riscaldare qualche minuto e bagnare con il vino, lasciar sfumare, aggiungere del brodo di pesce o dell’acqua di cottura della pasta, lasciar cuocere fin quando il tutto sarà ben spappolato.
Fase 2 – Aggiungere a questo punto i gamberetti tritati e subito dopo la pasta scesa a metà cottura, che lasceremo finire di cuocere dentro la salsa, aggiungendo qualche goccia di olio d’oliva; a cottura ultimata (l’insieme deve presentarsi morbido) e la pasta ben al dente, finire facoltativamente con una spolverata di caciocavallo fresco grattugiato e qualche goccia d’olio; mantecare.
Fase 3 – Sistemare a forma di nido, arrotolando la pasta con una forchetta dentro il concavo di un cucchiaio, su un ciuffo di rucola adagiata su un piatto; versare il fondo rimasto e completare con le zucchine fritte sopra (rappresentanti le alghe dell’isola) ed una pioggia di “muddica atturrata” (i lapilli del vulcano). Provare per credere !!! E buon appetito con il pesce di Sciacca.

Non resta dunque che provare questo fantastico piatto, Buon Appetito.

Marcella Lattuca

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