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Il Giovane Giudice: il cortometraggio su Rosario Livatino su RaiPlay

Con la partecipazione alla tredicesima edizione del Festival Internazionale del film corto Tulipani di Seta nera, il cortometraggio Il Giovane Giudice è stato distribuito sulla piattaforma RaiPlay.

Un bel traguardo, la cui interpretazione è stata resa verosimile e somigliante. Come è stato entrare nei panni di un giudice?

Sicuramente un’esperienza che ti lascia il segno. Vestire i panni di un giudice ti riempie di responsabilità. Tra l’altro un giudice come Rosario, molto giovane, ma con un grande senso della Giustizia. È stato un lavoro lungo e faticoso perché ho voluto curare tutti i minimi dettagli.

Quali sono questi dettagli?

Innanzitutto documentarmi sulla storia del giudice leggendo libri e guardando documentari. Anche se in realtà avevo “conosciuto” Rosario già alle scuole medie, perché gli insegnanti me ne avevano parlato, essendo nato e cresciuto nello suo stesso paese. Ma tutto questo non bastava. Su Rosario si conosceva soltanto la storia a grandi linee e quel tragico giorno del 21 settembre del 1990 in cui perse la vita. Respirando la stessa aria e passeggiando sulle stesse strade mi sono posto delle domande. Tra cui: come era Rosario nella vita privata? Da lì, a Canicattì, iniziai ad incontrare persone che avevano conosciuto Rosario, ho parlato con loro per capire come fosse  nella vita di tutti i giorni. Giorno dopo giorno l’interpretazione del personaggio si è iniziata a plasmare. Con la produzione, dietro mio consiglio, abbiamo deciso di utilizzare la macchina che apparteneva a Livatino, avendo conosciuto la persona che la custodiva. Nello stesso modo abbiamo girato alcuni interni nella casa in cui abitava.

Dopo tanti sacrifici, il cortometraggio è visibile su RaiPlay, piattaforma seguita da milioni di utenti. Come hai reagito alla notizia?

Tanta soddisfazione, non solo per il lavoro da me svolto, ma anche per tutte le persone che hanno lavorato. La produzione Ruah Production Stories, in particolare la sceneggiatrice e coordinatrice di produzione Simona Schembri, l’aiuto regia e segretaria di edizione Maddelisa Polizzi che mi ha sostenuto sulla regia e sulla cura dei dettagli sul set e sul personaggio.

Cosa ne pensi del Festival Tulipani di Seta nera al quale hai partecipato?

È un festival molto importante per i giovani attori e registi perché è curato da persone esperte e da professionisti del settore, come Pino Insegno, Beppe Convertini, Giorgio Tirabassi e tanti altri. La solidità del festival è data anche dai critici cinematografici che valutano insieme a registi e ad attori i cortometraggi finalisti. Per chi partecipa è una garanzia.

I ruoli che ti sono stati affidati fino ad ora sono stati molto diversi l’uno dall’altro. Usi un metodo particolare per interpretare al meglio i personaggi che ti vengono affidati?

Si, ho studiato il metodo Stanislavskij – Strasberg, usato spesso dagli attori americani, basato sull’approfondimento psicologico del personaggio e sulla ricerca di affinità tra il mondo interiore del personaggio e quello dell’attore. Devo ringraziare per questo i miei docenti. In particolare Vincent Riotta, che mi ha trasmesso molto nel percorso della recitazione.

Link Il Giovane Giudice – RaiPlay:

https://www.raiplay.it/video/2020/06/Il-giovane-giudice-9d301d0e-673a-4de1-a795-0a4730586a2c.html?fbclid=IwAR0DOz6FjHmsNDO9GFUVcGh71oZHL5PmsIZRybc97fAeNBN4bW8ghn28OzA

 

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