La sentenza di primo grado, oggi impugnata e sospesa, faceva riferimento a quanto accaduto nell’agosto 2005 presso il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale “Barone Lombardo” di Canicattì dove, secondo la parte attrice, un nascituro durante il parto riportò danni cerebrali gravi ed irreversibili a causa di una presunta condotta negligente e poco prudente dei medici del reparto.
Il risarcimento danni di oltre ottocentosessantamila euro, più un vitalizio mensile di circa seicentosettanta euro, è dunque attualmente sospeso dal pronunciamento della Corte d’Appello di Palermo che ha valutato la fondatezza delle difese espresse dall’Asp di Agrigento con riferimento sia ad alcuni aspetti tecnico-scientifici evidenziati nel ricorso sia a particolari profili giuridici sostenuti dalla recente giurisprudenza della Suprema Corte.