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Sanità agrigentina, il professore Antonio Granata lascia il “San Giovanni di Dio”: Agrigento perde il suo “Ronaldo”

Il professore Antonio Granata lascia la direzione dell’Unità Operativa complessa di Nefrologia dell’Ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento.

Il dott. Antonio Granata infatti dal prossimo 1 dicembre andrà a dirigere la UOC di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Cannizzaro di Catania.

Una “grave” perdita per la sanità agrigentina che sotto la direzione del professore Granata ha raggiunto importanti risultati, testimoniati dall’aumento della cosiddetta “mobilità attiva”, che ha permesso l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi del nosocomio agrigentino diventare un punto di riferimento per il centro-sud d’Italia. Un esempio di “buona” sanità che spesso ha trovato non sempre il giusto riconoscimento.

Professionista di grandi doti mediche e umane, il professore Granata, direttore tra l’altro della Società Italiana di Nefrologia Sezione Campano-Sicilia, ha permesso di ridurre il numero dei pazienti incidenti in dialisi grazie al suo impegno e alla sua costanza; il suo addio lascerà sicuramente un “vuoto” in quella che era da tutti riconosciuta come l’eccellenza sanitaria in provincia di Agrigento e non solo.

Tante le attività svolte presso l’Ospedale di Agrigento nel campo della biopsia renale, dello studio vascolare renale, nonché delle più alte ricerche innovative che hanno contraddistinto l’indiscusso impegno svolto con dedizione dall’oramai ex direttore dell’UOC di Nefrologia.

Un professionista che ha sempre preferito il lavoro e l’anonimato cercando di costruire una equipe, oggi punto di riferimento in tutta la penisola.

Lo stesso dottore Granata in una lettera ha voluto ringraziare il personale medico e i vertici dell’Asp che dal 2011 hanno accompagnato la sua esperienza agrigentina fatta di tanti successi e riconoscimenti.

Grazie all’intenso lavoro dei vari colleghi più giovani che si sono succeduti in questi anni e di tutto il personale afferente all’UOC siamo riusciti non solo a ridurre la mobilità passiva, ma ad incrementare significativamente la mobilità attiva con pazienti afferenti anche da altre regioni. Oggi, anche a seguito delle numerose pubblicazioni conseguite ed agli studi eseguiti con i più importanti centri di ricerca nazionali e internazionali, lascio una nefrologia apprezzata in tutta Italia“.

Una perdita che sicuramente, in una Agrigento dove il tema sanità è sempre stato dolente e poco considerato, dovrà ora far riflettere quanti, vertici Asp e politica, hanno permesso che una eccellenza come il professore Granata potesse lasciare la città dei Templi per cercare nuove sfide e chi, probabilmente, permetterà allo stesso di raggiungere nuovi successi in ambito medico.

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