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Politica

Sicilia secondo Banca Italia: interrogazione dell’On. Gallo (Fi) al Governo

riccardo_galloIl deputato nazionale e vice coordinatore regionale di Forza Italia, Riccardo Gallo (in foto), ha presentato una interrogazione al presidente del Consiglio e al ministro delle Finanze a seguito della pubblicazione del rapporto annuale per il 2014 della Banca di Italia sull’economia della Regione Sicilia, che traccia un quadro generale estremamente preoccupante e negativo per il tessuto socio – economico dell’ isola.

Tra i tanti dati in negativo, oltre il blocco dell’ edilizia e dell’ agricoltura, vi è l’ aumento dei flussi migratori verso le regioni del centro nord e l’estero tra i siciliani più istruiti e quelli della classe di età tra i 25 e i 34 anni. A fronte di ciò – rileva Gallo – è evidente l’ assenza di politiche economiche e sociali da parte del Governo in carica, sin dall’inizio del suo insediamento, a favore del Mezzogiorno ed in particolare della Sicilia. E’ allora urgente e necessario prevedere rapide iniziative volte ad interrompere un processo di dismissione della Sicilia da parte del Governo nazionale. Ad esempio, misure compensative o di agevolazione fiscale, e l’istituzione di un tavolo specifico tra la Regione Sicilia, le principali associazioni industriali e imprenditoriali locali e le categorie sindacali, introducendo misure economiche di carattere emergenziale per la ripresa e l’occupazione in Sicilia.

Ecco il testo integrale dell’ interrogazione:
INTERROGAZIONE
A RISPOSTA SCRITTA
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
il rapporto annuale per il 2014 pubblicato dalla Banca d’Italia, sull’ economia della regione Siciliana, ribadisce un quadro generale estremamente preoccupante e negativo per il tessuto socioeconomico isolano, le cui prospettive a medio e lungo termine, non evidenziano a giudizio dell’interrogante, iniziative concrete volte ad invertire l’elevato grado di instabilità e complessità che persiste nella regione interessata;
il documento economico rileva infatti, come nel suindicato anno sia proseguito l’arretramento dell’attività economica in Sicilia, sebbene con qualche segnale di attenuazione della crisi, in particolare riferito al settore dell’industria, in cui si sono ulteriormente ridotti gli investimenti, con la diminuzione delle esportazioni, anche al netto delle produzioni petrolifere;
il livello di attività delle costruzioni, prosegue il rapporto, è ulteriormente calato e l’importo complessivo dei bandi di gara per le opere pubbliche è diminuito, dopo la crescita dell’anno precedente, mentre invece nell’ambito del mercato immobiliare dopo otto anni consecutivi di calo, il settore è tornato ad aumentare, seppure debolmente, con il numero di compravendite, soprattutto nei comuni capoluogo;
nel settore dei servizi, il commercio ha continuato a risentire della debolezza dei consumi delle famiglie, a differenza dei flussi turistici, che invece hanno mostrato una crescita decisa, rafforzata dalla dinamica positiva dei turisti stranieri che dopo quattro anni è tornata ad aumentare;
il mercato del lavoro, rileva ancora il rapporto della Banca d’Italia, indica che il numero di occupati è ulteriormente diminuito, ma con un’intensità molto più contenuta rispetto al 2013, ed il calo ha interessato soprattutto l’agricoltura e le costruzioni e si è concentrato nella componente del lavoro dipendente e al riguardo, il documento evidenzia come il tasso di disoccupazione sia ulteriormente cresciuto, risultando ancora una volta tra i più elevati tra le regioni italiane;
negli anni interessati dalla crisi economica i redditi familiari in Sicilia sono diminuiti più che nella media del Mezzogiorno e del Paese e la riduzione è stata di maggiore entità tra le famiglie con redditi più bassi, con un peggioramento dei principali indici di povertà e dell’indicatore di disuguaglianza nella distribuzione del reddito;
le conseguenze di tale scenario hanno inoltre accentuato, rispetto agli anni precedenti la crisi, i flussi migratori verso le regioni del Centro Nord e l’estero tra i siciliani più istruiti e quelli della classe di età 25-34 anni;
la riduzione dei prestiti all’economia, nonostante le condizioni di offerta del credito abbiano manifestato segnali di distensione, sotto l’impulso della politica monetaria espansiva della BCE, unitamente alla domanda di credito da parte delle imprese, che registra ancora un basso livello di attività e una scarsa propensione a investire, rimanendo pertanto debole, accrescono inoltre le difficoltà economiche complessive, rallentandone la ripresa;
il rapporto evidenzia infine, l’aumento della rischiosità dei prestiti alle imprese, nonché il flusso delle nuove sofferenze in rapporto ai prestiti che ha raggiunto il valore più elevato dall’inizio della crisi, soprattutto per effetto del peggioramento della qualità del credito nel settore delle costruzioni e nei servizi;
il suesposto scenario economico, a giudizio dell’interrogante, conferma come in precedenza indicato, un quadro sconfortante che non indica misure concrete in prospettiva, da porre in essere tali da favorire la Sicilia, ed in grado di invertire un trend negativo che periste nella regione isolana da troppi anni;
l’evidente assenza di politiche economiche e sociali, da parte del Governo in carica, sin dall’inizio del suo insediamento, in favore del Mezzogiorno ed in particolare della Sicilia, a parere dell’interrogante, ribadiscono l’urgenza e la necessità di prevedere rapide iniziative volte ad interrompere un processo di dismissione da parte del presente esecutivo, determinato dalla scarsa attenzione nei riguardi delle regioni meridionali, come confermano gli indicatori economico e sociali contenuti nel rapporto annuale della Banca d’Italia, sull’economia della Sicilia;
quali valutazioni nell’ambito delle rispettive competenze intendano esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
se in considerazione degli elevati livelli di criticità economico e sociali, non intendano urgente e necessario introdurre rapide iniziative, attraverso misure compensative o di agevolazione fiscale, volte a risollevare la complessiva situazione economica della regione Sicilia, che versa come ribadisce anche quest’anno la Banca centrale nazionale, in condizioni di estrema debolezza, nonostante i timidi segnali di ripresa provenienti soltanto dal settore turistico;
se a tal fine, non ritengano opportuno prevedere infine, l’istituzione di un tavolo specifico tra la regione Sicilia, le principali associazioni industriali e imprenditoriali locali e le categorie sindacali, al fine di pervenire a rapide soluzioni condivise volte all’introduzione di misure economiche di carattere emergenziale, in favore della ripresa e dell’occupazione nella medesima regione“.

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