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Vittoria ed Eleonora Faro, le LightHouse Sisters raccontano il loro salotto urbano dagli echi californiani: ecco il Garden Beach (Gallery)

Sono andato alla ricerca una piccola oasi di pace dove relax, privacy, natura e buon cibo fossero gli elementi fondamentali dove trascorrere un momento open air.
Ho incontrato Garden Beach, il salotto urbano privato esclusivo dagli echi californiani, che sorge al Villaggio Mosè ad Agrigento.
Nato nel 2021 dal concept delle LightHouse Sisters: Vittoria ed Eleonora Faro, il salotto è un luogo incantato, sospeso tra spazio e tempo.
Entrare al Garden Beach, infatti, significa essere trasporti in un clima di serenità e convivialità, accompagnati dal buon cibo, dal vino e dalla musica.
Vittoria ed Eleonora ne hanno affidato la conduzione a TestaccioLab, ente no profit romano attivo sulla scena nazionale dal 2005, per ricreare nel parco della villa di famiglia, in cui le sorelle agrigentine sono cresciute, una spiaggia urbana attorno alla grande piscina padronale, offrendo arte, wellness, entertainment, food e beverage.
Il progetto architettonico trae spunto dalle Pool Party House in stile anni 60’. Il disigner Antonio Pizzola, guidato dalla visione delle due affascinanti sorelle, ha voluto abbracciare una poetica minimale innestata di caratteri di cultura mediterranea.
Il risultato è un’opera di land art, connotata di emergenze scultoree organiche dal design futuristico di un bianco materico, lattiginoso e diafano, evidenziata nel contrasto con il verde di essenze mediterranee in cui è immersa.
Garden Beach è dunque una location esclusiva dall’aspetto fortemente connotato che lascia spazio all’immaginazione, aprendosi di volta in volta a scenari diversi in cui accogliere progetti artistici e di entertainment volti alla ricerca culturale, alla sperimentazione artistica e, al contempo, al recupero della tradizione popolare, del mito e del rito, temi sui quali Vittoria, poliedrica artista, regista ed attrice, lavora da anni.
Abbiamo incontrato Vittoria ed Eleonora (fotografa di professione e cuoca per passione) proprio al Garden Beach per farci raccontare la genesi del loro ambizioso progetto.
Da chi partiamo per  la nostra chiacchierata?
“Partiamo da Vittoria” ( interviene immediatamente una sorridente ed accogliente Eleonora)
Vittoria, come possiamo definire Garden Beach?
“Un’isola di pace (sorride). Amo definirlo un progetto prettamente artistico e culturale. Garden è concepito esattamente come la struttura gemellare che è a Roma ed è lo spazio Recherche che ormai invita da tre anni e promuove sperimentazione e ricerca artistica e culturale. Tengo a specificarlo Garden Beach non è un locale!”.
Perché aprire il proprio giardino di casa?
“Il desiderio è stato quello di recuperare l’immobile dove io e mi sorella Eleonora siamo cresciute, per mettere in campo la nostra creatività e arte. Al contempo pensare anche a piccoli progetti imprenditoriali che possano portare un valore aggiunto. È, dunque, un progetto delle LigthHouse Sisters, così ci piace autodefinirci”.
Garden Beach è un primo tassello di un grande mosaico?
“Si! Garden Beach è un piccolo progetto che contempla un progetto più grande che è la ristrutturazione di tutta la casa padronale che diventerà una boutique hotel esperenziale di lusso. Garden, dunque, è il primo tassello di un macro progetto che vuole restituire al territorio un luogo magico”.
Lo possiamo considerare il tuo giardino dell’anima?
“Ho lavorato su un concetto che porta avanti in questi anni: la sospensione spazio temporale. L’idea di poter, per un attimo, sospendersi dalla realtà, dal tangibile, per entrare nell’intangibile, nel sottile. Fermare, dunque, il tempo! Soffermarsi su se stessi, sul proprio io e, al contempo, vedere cose nuove”.
Tu lavori e vivi a Roma, come mai hai pensato di investire ad Agrigento?
“Mi ero resa conto che Agrigento ha una vasta offerta di locali, di club, di luoghi dove poter fare l’aperitivo, mangiare. Al contrario, ci sono pochi luoghi dove potersi radunare. Io lavoro su questo concetto anni Settanta, cioè mettere in campo opportunità per creare luoghi d’incontro dove le persone hanno la possibilità di conoscersi e di fare esperienze nuove. Il concetto di esperienza è un elemento fondamentale nella filosofia Garden Beach”.
Sotto l’aspetto architettonico?
“Il progetto è una grande utopia ed è legato, fondamentalmente, all’aspetto della ristrutturazione dell’immobile padronale. Nella parte superiore abbiamo voluto ispirarci all’idea di space age. Nella space age, infatti, grandi artisti, architetti, designer si mettono insieme nell’intento di spingere la loro filosofia di pensiero, volta alla contemplazione dell’universo. Guardare in alto, alla forma dei pianeti, alla Via Lattea ed immaginando un futuro migliore. Per questa ragione, qui dentro, è stato scelto come coloro predominante il bianco. Tornare, altresì, alle forme morbide, alla forma del grembo materno che ci culla e ci protegge”.
Mentre lo spazio verde?
“Sotto, invece, prende forma il giardino Zen di ispirazione mediterranea. Garden è soprattutto un luogo esperenziale”.
Avete programmato un calendario di eventi?
“Da quest’anno abbiamo una programmazione che coinvolge artisti locali ed artisti che ho avuto il piacere di portare da Roma. Il concetto ritorna su un teatro da camera nel quale abbiamo voluto inserire piccoli progetti artistici che conservano all’interno una ricerca, soprattutto una ricerca umana e dell’Io. Nell’arco della settimana i nostri eventi danno la possibilità di vivere delle emozioni in un viaggio fatto di suoni, percezioni, odori e gusto: Sanctuary night e candle night, per esempio, sono serate dedicate alla magia e al benessere in un percorso di conoscenza fatto di suoni, incensi, candele e profumi orientali. Dedicarsi del tempo per i massaggi, coccolati dalla musica chily electron per calmare la mente e le cene romantiche a lume di candela. Il carattere esperenziale è un elemento sicuramente dominante”.
Riesci a coniugare la tua passione per il teatro?
“Questo nuovo progetto è per me un modo per fare teatro. Ogni serata ha un suo aspetto scenografico che, per me, è importantissimo e rappresenta tutto quello che ho preso e ho assimilato dal teatro”.
Progetti teatrali?
“Ritornerò sulle scene a breve, posso infatti annunciare che sto cominciando a lavorare su un nuovo Pirandello. Quest’anno mi sono concentrata su un regista polacco che si chiama Tadeusz Kantor. Sto, infatti, lavorando a Roma con alcuni bambini che andranno presto in scena. Sono molto fiera e contenta di tutto questo, perché creare una squadra di bambini, dai 3 ai 13 anni, è stato molto complesso. Vederli, poi, gioire per la condivisione di un progetto comune è però strabiliante. Infine il Tanztheater di Pina Bausch; ho deciso di realizzare un progetto con donne e uomini di Agrigento ed in questi giorni proverò delle improvvisazioni guidate sul tema dell’impossibilità dell’amore, traendo spunto dallo spettacolo Kontakthof di Bausch. L’evento sarà il 5 agosto, alle 21. Invito chi vuole a partecipare”
Grazie Vittoria. Mi rivolgo adesso ad Eleonora, chi sono le sorelle Faro?
“Io e mia sorella siamo due poli opposti che alla fine di attraggono. Abbiamo concepito questo posto ed io mi sono affidata a lei per le sue visioni. Mia sorella è una visionaria su tutti i campi della vita (sorride). Lei si è affidata a me per la parte più romantica. Penso che i nostri ospiti siano molto contenti di questo progetto. Ogni persona che viene qui ci confida di sentirsi trasportata in un luogo diverso. Percepisce, soprattutto, di trovarsi in un luogo accogliente dove rilassarsi e staccare dalla routine quotidiana. Questo luogo è come il piccolo quadrato zen di casa , con la sabbia bianca, le amache. Qui si può leggere un libro, sdraiarsi, riflettere, la sera si vedono le stelle, la mattina si sente il canto degli uccellini”.
Una visione molto romantica la tua?
“Veniamo da un momento buio e sentiamo tutti l’esigenza di ricostruire una nuova socialità, più intima e gioviale e forse meno caotica. Per questo abbiamo voluto offrire al nostro territorio un luogo intimo, magico ed esclusivo che sappia restituire luce, bellezza, leggerezza e benessere in un’atmosfera intima e familiare”.
Garden Beach riesce a trasmette tutte queste emozioni?
“E’ un posto molto tranquillo dove ritrovare se stessi. Durante il giorno mettiamo sempre musica molto rilassante, a volte sono solo delle sonorità del pianoforte. Ed è un crescendo! Nell’arco della giornata mettiamo un altro tipo di musica e verso l’aperitivo cambiamo sonorità. Inoltre, è un luogo che si trasforma in base agli eventi per diventare, di volta in volta, palcoscenico, luogo di divertimento, di relax o santuario”.
È davvero piacevole chiacchierare con voi; vorrei, però, lasciarvi parlando dei sogni. Vittoria qual è il tuo sogno?
“Tutto quello che faccio è un atto di amore. Per cui il mio sogno è quello di trasferire, per quanto possibile, questo mio entusiasmo da bambino e riuscire a risvegliare negli altri questo bambino interiore”.
Una visione che rimanda alla poetica del fanciullino di Pascoli. Mentre il sogno di Eleonora?
“Sono molto legata a questo luogo, ho tanti ricordi dell’infanzia tante fasi della mia vita. Vederlo rinascere sotto un’ altra veste è per me molto importante. Mi riconduce al luogo, ma con un punto di vista diverso. Speriamo di poter crescere e di riuscire a trasmettere agli altri quello che noi abbiamo dentro e che cerchiamo di esprimere attraverso questo luogo”.

Luigi Mula

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