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Dalla Svizzera a Sant’Angelo Muxaro: il sogno di Nicola Circo nella permacultura

L’amore per la terra dà solo buoni frutti. recitava uno spot televisivo. Tante sono le risorse del nostro territorio ricco e generoso, poco tutelate e poco sfruttate. Lo ha capito bene un ingegnere informatico di 42 anni. Si chiama Nicola Circo (in foto) ed è figlio di agrigentini residenti in Svizzera.

Nato e cresciuto a Ginevra, Nicola dopo essersi laureato, lavora per un importante istituto di credito elvetico.
L’ingegnere, però, non è pienamente soddisfatto della qualità di vita che conduce: “Avevo una bella posizione in Svizzera – racconta – ma non mi sentivo pienamente appagato”.

Così, dopo attenta riflessione, Nicola decide di trasferirsi a Sant’Angelo Muxaro, il paese natio della sua famiglia, per coltivare le terre che appartenevano ai suoi genitori.
Nicola insegue un sogno: vivere una vita più sana ed a contatto con la natura: “Rispetto a quando vivevo in Svizzera ho molti meno soldi- afferma- però alla fine mi sento più rilassato, più appagato e più tranquillo”.
Il neo imprenditore agricolo innova, così, il business agricolo con idee capaci di portare il cambiamento.
Nicola, infatti, tra le tante iniziative che intraprende, dalla pastorizia alla olivicoltura, inizia a coltivare l’asparago selvatico, gli ortaggi ed il ficodindia.

Coltivazioni biologiche che seguono i ritmi lenti della natura e delle stagioni, secondo la tecnica, cosiddetta, della permacoltura: “E’ una metodologia – spiega Circo – che ha un impatto il meno gravoso possibile sulla natura: si cerca di controllarla senza agire più di tanto su di essa”.

A monte di questa osservazione, infatti, c’è una domanda precisa: come fanno i cicli naturali a ripetersi instancabilmente nel tempo? In che modo la fertilità di un bosco o di un pascolo naturale si rinnova automaticamente senza bisogno della distribuzione di concimi, lavorazioni e altri interventi colturali?

A queste domande Circo risponde così: “Coltivare diversi tipi di ortaggi, complementari tra di essi – sottolinea l’ingegnere – porta degli ottimi risultati senza l’uso di pesticidi contro le malattie fungine; la natura ha un suo equilibrio e si stabilizza da sola. Un nuovo modo di fare bene alla nostra Terra, per raccoglierne frutti migliori, offrendole il meglio che possiamo”, conclude Nicola Circo.

Il termine permacultura deriva dall’inglese permanent culture e sta a enfatizzare il concetto di cultura piuttosto che quello esclusivamente agricolo.
La permacultura, in ultima analisi, è una metodologia radicalmente interdisciplinare, ancora poco conosciuta e praticata in Italia che ha cura della terra e degli essere umani.
La permacultura si può definire come un sistema di progettazione per insediamenti umani ecosostenibili, fondati sulla centralità dell’agricoltura e su un’attenzione particolare al territorio.

La permacultura rappresenta, quindi, uno stimolo per imparare a leggere e comprendere il proprio territorio come, appunto sta facendo un ingegnere svizzero che ha scoperto di amare profondamente la terra dei suoi avi: la Sicilia. Un’Isola che merita attenzione e rispetto per l’ambiente.

Luigi Mula

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