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Inchiesta “Pay to see”, sgominata rete di pedofili online: foto e video dietro compensi

Materiale pedopornografico scambiato dietro compenso attraverso un noto servizio di messaggistica. Una indagine della Polizia Postale che ha consentito di sgominare una rete di presunti pedofili che diramavano immagini di adolescenti con un “prezziario” in base al tipo di richiesta.

Impegnati nella maxi operazione denominata “Pay to see” oltre 100 investigatori del Centro Nazionale di protezione dei minori del Servizio Polizia Postale di Roma e della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bari e Foggia che, con il coordinamento delle Procure della Repubblica presso il Tribunale e per i Minorenni di Bari, hanno eseguito in 12 regioni italiane e 17 province perquisizioni personali, informatiche e sequestri.

A far scattare l’indagine una segnalazione di due genitori che si erano insospettiti dell’utilizzo continuo di alcuni social network della figlia; una indagine che ha consentito di far venire alla luce un vero e proprio sistema di vendita di immagini, video e audio pedopornografici autoprodotti da adolescenti e maggiorenni in cambio di denaro.

Fra le province coinvolte anche quella di Agrigento oltre a quelle di Bari, Foggia, Roma, Monza Brianza, Varese, Cremona, Siena, Palermo, Bologna, Fermo, Ascoli Piceno, Treviso, Chieti, Savona, Imperia e Torino.

Gli indagati sono complessivamente 22, tra i quali due minorenni di 15 e 17 anni. Tutti sono accusati del reato di divulgazione di materiale pedopornografico.

 

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