Una Cattedrale “ferita” e che probabilmente resterà tale per altro tempo soprattutto dopo la notizia sulla sospensione dell’iter per la messa in sicurezza del colle San Gerlando.
“Voglio che guardiate la realtà come è – afferma il cardinale Montenegro mostrando la situazione della Cattedrale –. Con rammarico devo dire che il disinteresse non è solo nel Palazzo a Palermo; mi assumo la mia responsabilità, ma è anche l’indifferenza degli agrigentini. Per gli agrigentini non è un problema la Cattedrale. Io spero di non fare funerali già previsti, anche se non voglio spaventare nessuno. La realtà è che la situazione si aggrava giorno dopo giorno. Non è un gridare per avere qualche lira e sistemare la Cattedrale, è gridare per avere il giusto e salvare una Cattedrale, l’identità di Agrigento e la vita della gente“.
“Se il centro storico dovesse andare in decadenza e la Cattedrale ristabilita, diventerebbe nel tempo un museo e investire oggi in un museo non ne vale la pena. Se c’è invece un cammino parallelo fra centro storico e Cattedrale, ecco che si spiega il senso della Cattedrale. Per me il cuore di Agrigento è il centro storico; questo vuol dire ridare dignità alla città“.
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“Sono tante le cose che ci preoccupano. E’ come dire: ‘mentre qua si parla, altrove l’incendio brucia la città’. E qui non vogliamo che ad Agrigento restino quelle ceneri; se dovesse succedere qualcosa sarebbe brutto poi vedere il gioco delle responsabilità. Adesso è colpa di tutti e assumiamoci le responsabilità, ma diciamo alla città le cose come stanno. Se non si vuole sistemare la collina e la Cattedrale, lo si dica con chiarezza e aspetteremo quel fatidico momento; ma se si promette le promesse devono diventare realtà“, conclude il cardinale Montenegro.