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Agrigento, nessun accordo sui netturbini: al via i licenziamenti

Non è bastato il documento congiunto dei capigruppo consiliari con il quale il Consiglio Comunale di Agrigento ha chiesto di mantenere i livelli occupazionali dei netturbini colpiti da licenziamento e che da oggi sono rimasti ufficialmente senza lavoro.

La vertenza che ha riguardato i 18 netturbini, dopo le polemiche sul bando predisposto dal Comune di Agrigento e sul quale, secondo l’impresa aggiudicataria, non sarebbero stati contemplati i fondi del personale, giunge così al termine con la fine di una “speranza” attesa da 18 famiglie. Non è servito l’incontro di ieri dove si è tentata una mediazione, per scongiurare il licenziamento, che nei fatti non è mai arrivata.

Il contendere è appunto il bando sui rifiuti che la gestione commissariale del Comune ha predisposto e che, come più volte ribadito dall’amministratore dell’Iseda, Giancarlo Alongi, “per ammissione del redattore del bando non sono state contemplate le somme necessarie per coprire i costi dell’intero personale“. Somme che, sempre secondo Alongi, non essendo soggette ad alcun ribasso, sarebbero solo ed esclusivamente servite a coprire il costo di 124 unità lavorative e non di 142, come in passato.

Una vicenda che invece, secondo il Comune, avrebbe un’unica responsabilità: quella dell’impresa. Infatti l’assessore al ramo, Domenico Fontana, proprio nell’ultima seduta di Consiglio Comunale ha avuto modo di illustrare come “le RT avrebbero dovuto conoscere il capitolato d’appalto e pertanto avrebbero la responsabilità di non avere contemplato nella loro offerta le somme del personale“. Per l’Assessore Fontana la responsabilità ricade dunque sulle imprese che hanno “sbagliato a fare i conti. Nella fattispecie su un ribasso di 1,8 milioni di euro, l’impresa oggi sostiene che per assumere le altre unità lavorative occorrono altri 1,5 milioni di euro. Non c’è altra spiegazione se non quella che l’impresa ha erroneamente sbagliato a fare i conti“.

 

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