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Editoriali

Agrigento “ti amo”, “ti odio”

girgenti-agrigentoTi criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere così come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un’opera di teatro, ma non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca priva di applausi“.

Charlie Chaplin più che rivolgersi ad una persona, sembra avere pensato ad Agrigento quando scrisse una delle frasi divenute più famose ed entrate nel cuore di ognuno di noi.

La critica infatti sembra oramai essere divenuta una costante in una città che tenta pian piano di rivoluzionarsi. Negli ultimi anni abbiamo assistito a tante sfaccettature di una città “amata” e “odiata” al tempo stesso; una città che seppur fra mille difficoltà non fa altro che “vivere” la sua storia. Una storia millenaria vissuta con grande orgoglio e oggi, più che mai, cerca di rivendicare il ruolo che le è più naturale: quello di una grande città da amare e “vivere”.

Nelle ultime settimane non sono mancate le polemiche dopo l’avvio della raccolta differenziata; una vera e propria rivoluzione che, ancora oggi, stenta ad entrate nel “cuore” di alcuni agrigentini. Cittadini “allergici” ad un corretto conferimento dei propri rifiuti che preferiscono abbandonare sacchetti colmi di spazzatura per le vie della città. Luoghi che giorno dopo giorno sono divenute discariche a cielo aperto e che hanno fatto gridare allo scandalo. E se l’amministrazione comunale ha fin da subito cercato di arginare il problema con una task-force a lavoro per scovare i responsabili dello scempio ambientale creato (ricordiamo che le multe sono di ben 600 euro ndr) non mancano le critiche sulla gestione del servizio. Qualcuno ha perfino messo in dubbio il sistema stesso della differenziata, preferendo così il classico ed unico sacchetto adibito al conferimento di qualsiasi tipo di rifiuto. Insomma, come direbbe un antico detto siciliano: “Megghiu u’ tintu canusciutu ca u bonu a’ canusciri“.

Distorsioni di un sistema che, è bene ricordare, soprattutto in una fase di avvio non è esclusiva prerogativa di Agrigento e della sua gestione. Se la città dei Templi si è finalmente decisa di mettersi al passo coi tempi e adottare un sistema corretto che mira al rispetto dell’ambiente e del prossimo, è qualcosa che andrebbe rispettato e valorizzato, piuttosto che criticato. Agrigento lo merita, lo meritano gli agrigentini. E se la critica è nel Dna di ogni cittadino della “più bella città fra i mortali“, occorre ricordare che anche Comuni ritenuti più evoluti e moderni come Varese (solo per citare un esempio ndr), non sono certo assenti da discariche abusive create da cittadini incivili.

E che dire delle numerose polemiche sulla presenza di numerosi ambulanti abusivi che, in alcuni casi, mostrano merce contraffatta? Anche qui il problema sembra essere solo ed esclusivamente prerogativa di Agrigento. Come se ad esempio se a due passi dalla Torre Eiffel di Parigi o sulla Rambla di Barcellona, per non citare le più vicine Milano o Roma, nessuno mai ha avuto occasione di vedere ambulanti dediti alla vendita di merce. Problemi che nessuno vuole sottovalutare, ma che necessitano di azioni concrete di studio e proposte piuttosto che sterili polemiche trite ritrite che servono solo ad alimentare un senso di odio verso questa o quella Istituzione.

La verità è che Agrigento è parte del mondo, parte di una città cosmopolita che vive coi suoi pregi e i suoi difetti, con le sue bellezze e le sue criticità. Una città normale, in un mondo normale da amare e migliorare.

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