Curiosità: tutto ciò che c’è da sapere sulle impronte digitali
Ciò che ci rende unici?
Le impronte digitali che, ancora oggi il metodo migliore per identificare qualcuno. Ma cosa sono? Un’impronta digitale si forma quando un dito entra in contatto con una superficie e trascina con sé tracce di sudore o di altre particelle e sostanze con cui è venuto a contatto l’individuo. Le nostre impronte digitali sono costituite dai diversi strati della pelle “intrecciati” insieme.
Alcuni ricercatori della Cornell University hanno dimostrato che, dal tampone del display di uno smartphone (realizzato con uno speciale composito chimico), si possono ricavare informazioni sullo stile di vita del possessore, i cosmetici che usa, il cibo che mangia, i farmaci che assume, se usa droghe, e, in alcuni casi, anche i luoghi in cui è stato.
Se il soggetto, di cui si cerca di conoscere l’identità attraverso le impronte digitali, ha mani asciutte e pulite o eccessivamente sporche, darà filo da torcere agli investigatori.
A dare un aiuto però, pensa il sistema nervoso simpatico: quando siamo arrabbiati, spaventati o nervosi, sudiamo molto di più e abbiamo molte più probabilità di lasciare le impronte digitali. Proprio così: se un criminale si fa prendere dall’ansia al momento di un misfatto, potrebbe essergli fatale.
Esistono comunque al mondo soggetti senza le impronte digitali. Tre malattie genetiche, infatti, possono impedire la formazione di impronte digitali: la sindrome di Naegeli-Franceschetti-Jadassohn (NFJS), la Dermatopathia pigmentosa reticularis (DPR) e l’adermatoglyphia. NFJS e DPR causano una serie di sintomi, molto più gravi delle dita lisce.
Le impronte digitali si possono anche perdere. Questa è una prerogativa di chi svolge un lavoro tattile duro, come il muratore e chi utilizza alcuni farmaci può vedere erodere le proprie impronte digitali. Ma anche un particolare tipo di edera velenosa può essere in grado di cancellarle, ma dopo la pelle si rigenera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA