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Il Beaujolais, tra vino novello e le mille sfumature di terroir

La vendemmia si è appena conclusa nella regione del Beaujolais, con un’annata 2022 per forza di cose speciale a causa della siccità estiva che ha avuto un forte impatto sulle uve. La vendemmia è stata molto eterogenea da un settore all’altro di questa regione vinicola francese salita alla ribalta negli ultimi anni. I viticoltori hanno fatto registrare una quantità di raccolto del 20% inferiore alla media degli ultimi cinque anni; quanto alla qualità, invece, viene ritenuta eccellente. Si trovano molte somiglianze con le grandi annate del 2009, 2015, 2018 e 2020. Il 2022 sarà dunque l’anno dei vini d’autore per eccellenza nel Beaujolais, oltre che di vini intriganti, carnosi e piacevoli da bere.

Il Beaujolais è una regione vinicola francese situata tra il villaggio di Mâcon (in Borgogna) a nord e la città di Lione (vicino alla Valle del Rodano) a sud. È una regione che basa la sua produzione su un’unica uva: il vitigno a bacca rossa Gamay. Il Beaujolais compensa la mancanza di diversità varietale con altre risorse dinamiche e con i suoi centinaia di profili di suolo distribuiti su una dozzina di denominazioni. In conformità con le normative vinicole francesi, affinché una bottiglia rivendichi un sito di origine, deve essere prodotta in base alle regole della regione. Nel Beaujolais, ciò significa che una bottiglia può essere etichettata in diversi modi: Beaujolais, Beaujolais Villages o con il nome di uno dei dieci cru, ovvero specifici siti di coltivazione all’interno della regione che sono posizionati parallelamente al corso del fiume Saona. Solo i vini rossi ottenuti dall’uva Gamay possono essere etichettati come cru Beaujolais. In ordine alfabetico, i cru del Beaujolais sono Brouilly, Chenas, Chiroubles, Cote de Brouilly, Fleurie, Julienas, Morgon, Moulin-a-Vent, Regnie e St-Amour.

All’interno di ogni cru ci sono poi a sua volta diversi lieu-dit – ovvero specifiche aree geografiche di un vigneto note per le proprie caratteristiche topografiche – con notevoli differenze da uno all’altro. La recente attenzione alla mappatura del suolo, documentata dall’associazione di viticoltori InterBeaujolais, e la meticolosa distinzione del terroir rendono questa regione vinicola particolarmente interessante da esplorare.

Un tempo il Beaujolais era considerato un vino leggero, con un basso grado alcolico, e veniva servito come vino da pasto nei ristoranti economici di tutta la Francia. Ciò cominciò a cambiare negli anni ’70, quando il Beaujolais Nouveau, ovvero l’affascinante rituale locale di produrre un vino novello subito dopo il raccolto, divenne un fenomeno globale. La popolarità del vino Nouveau mise il Beaujolais sotto gli occhi di tutto il mondo, e molti agricoltori cavalcarono l’onda incorporando la pratica della vendemmia anticipata in modo che i grandi produttori potessero creare un vino fruttato e piacevole da bere. Gli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, quando le vendite di Beaujolais Nouveau crollarono, furono un periodo di crisi nella regione, ma come spesso succede questa tappa aprì a nuove soluzioni e possibilità. Alcuni produttori decisero dunque di iniziare a produrre vini essenzialmente naturali che combinano la gioia dissetante insita nell’uva Gamay, con la capacità di mostrare le sfumature del terroir ed un nuovo potenziale di invecchiare ed evolversi in bottiglia.

I vini francesi del Beaujolais possono essere acquistati online presso l’enoteca Svino.it. I prezzi delle etichette di produttori come Domaine Anthony Thevenet, Domaine Jules Desjourneys, Domaine Marc Delienne e Vin Noè et Santini Freres generalmente si aggirano sui 25-30 euro, con punte di 50 ed anche 75 euro nel caso di bottiglie molto pregiate come il vino Chapelle Des Bois Fleurie Aoc del Domaine Jules Desjourneys.

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