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Italia

Papa Francesco lo storyteller capace di parlare al cuore

Quando appare nella grandissima Aula Paolo VI un brivido attraversa la schiena. L’emozione è forte. Fortissima! Lo circondano 5 o 6 uomini della sicurezza.

Uno più anziano prepara l’ingresso. Quando arrivano le Guardie Svizzere allora si ha la certezza che Papa Francesco sta entrando. E’ un momento importante per chi crede. Lo è altrettanto per chi ha avuto modo di comprendere il valore dell’uomo, del sacerdote che giorno dopo giorno illumina il suo Pontificato con l’esperienza di una vita trascorsa con gli ultimi, nelle periferie, accanto a chi ha bisogno. Adesso vestito di bianco deve guidare la Chiesa in un momento difficile di grandi scontri sociali, guerre, crisi economica e globalizzazione.

Sono molto grato all’AGE Associazione Italiana dei Genitori, con cui ho avuto modo e avrò modo di collaborare su percorsi di nuova genitorialità legati all’avvento delle nuove tecnologie, per l’opportunità che mi ha dato di incontrare Papa Francesco. L’AGE è piena di energie e ha incontrato il Pontefice in occasione della Festa per i 50 anni. Il Papa ha accolto genitori e bambini con sorrisi e carezze, con benedizioni e preghiere, come sa fare molto bene. “Oggi quando si parla di alleanza educativa tra scuola e famiglia, se ne parla soprattutto per denunciare il suo venir meno. Il patto educativo è in calo”.

Papa Francesco è riuscito ad essere se stesso. Poche parole, molto dense di significato. Dopo aver salutato tutti i Dirigenti dell’Associazione Genitori non è stato affatto tenero. Anzi ha bacchettato i genitori: “La famiglia non apprezza più come un tempo il lavoro degli insegnanti, spesso malpagati e questi avvertono come una fastidiosa invadenza la presenza dei genitori nelle scuole, finendo per tenerli ai margini e considerarli avversari. Per cambiare questa situazione occorre che qualcuno faccia il primo passo vincendo il timore dell’altro e tendendo la mano con generosità. Per questo vi invito a coltivare e alimentare sempre la fiducia nei confronti della scuola e degli insegnanti”. Il Papa storyteller non poteva non regalare un aneddoto alle oltre 1300 persone presenti. “Da ragazzo a scuola avevo fatto una grossa marachella. Mia madre è venuta e mi ha fatto chiedere scusa alla maestra e poi mi ha chiesto di baciarla. Io l’ho fatto subito credendo che la questione fosse chiusa. Ma quando sono tornato a casa me le ha date.

Questa si chiama collaborazione nell’educazione di un figlio fra la famiglia e gli insegnanti”. Racconta l’episodio e sorride Papa Francesco pieno di gioia e di voglia di condivisione. “Se infatti voi genitori avete bisogno degli insegnanti, anche la scuola ha bisogno di voi e non può raggiungere i suoi obiettivi senza realizzare un dialogo costruttivo con chi ha la prima responsabilità della crescita dei suoi alunni”. Parole vere, parole forti e incisive. Ma resta il crollo dei valori, la famiglia che non è più la stessa, tante separazioni e divorzi, figli contesi, situazioni al limite. Ma Papa Francesco è un portatore di speranza, di sorrisi, di preghiera. Perle di saggezza in un mondo che diventa sempre più rumoroso e cattivo. Papa Francesco propone una preghiera: “il Signore ci dia la grazia di discernere quando dobbiamo parlare e quando dobbiamo tacere. E questo in tutta la vita: nel lavoro, a casa, nella società…in tutta la vita così saremo più imitatori di Gesù”. E’ un Papa Francesco, umile appunto, ma grande Comunicatore. Anche la sua comunicazione non verbale è eccellente. Il Papa Storyteller sa parlare ai cuori. Raggiunge l’anima. Con stile e semplicità. A volta con il semplice silenzio.

Francesco Pira

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