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Cultura

Agrigento, “Premio Empedocle 2015”: consegnati i premi

accademia studi mediterraneiE’ stato consegnato ieri pomeriggio nella sala del Telamone del Museo Archeologico regionale di Agrigento il premio Internazionale Empedocle per le Scienze Umane in memoria di Paolo Borsellino, a cura dell’Accademia di studi mediterranei di Agrigento.

Per la sezione “Legalità ed Etica pubblica, oggi” il premio è stato assegnato al prof. Giovanni Fiandaca, professore di Diritto Penale all’Università di Palermo. “Come studioso del Diritto Penale, si legge tra l’altro nella motivazione, conduce da opltre 40 anni un ‘indagine critica sui principali istituti del nsotro sistema punitivo” sfociato in “una vasta e raffinata produzione scientifica: dagli ormai classici e imprescindibili lavori sul reato omissivo e sul bene giuridico, trascorrendo per le approfondite ricognizioni sul nesso di causalità, sulla teoria della pena e sul principio di colpevolezza, fino alle ultime, illuminanti riflessioni sui rapporti tra il principio di legalità ee il diritto giurisprudenziale. Con la sua lunga e feconda ricerca, il giurista Fiandaca, che non ha mai ceduto alla rassicurante tentazione dell’autosufficienza dogmatica, ci ha lucidamente avvertiti circa i limiti del Diritto Penale e i pericoli di una sua strumentalizzazione ideologica”. Nella motivazione ancora si legge che “Con le sue ricostruzioni magistrali di singoli aspetti del diritto penale contemporaneo, Giovanni Fiandaca ha contribuito ad una sempre più consapevole intelligenza della questione penale nel suo complesso, implicando nelle sue osservazioni gli ardui problemi della legittimazione democratica e degli scopi ultimi delle sanzioni penali”. Ed ancora: “Come docente ha saputo coniugare il rigore didattico con la fascinazione intellettuale, spingendo i suoi numerosi discendi ad uscire dalla minorità dell’apprendimento passivo e mimetico”.

Per la sezione “La politica fra ‘bene’ e ‘male’, ieri e oggi” il premio è stato assegnato al giornalista Gabriele Nissim per la ricchezza intellettuale che nel corso della sua lunga carriera ha dimostrato di possedere attraverso le sue iniziative editoriali, le sue numerose pubblicazioni ed il suo impegno sul tema dei Giusti. A tal proposito va ricordato che nel 2003 ha promosso la creazione del Giardino dei Giusti di tutto il mondo realizzato a Monte Stella a Milano ed ha sostenuto anche la creazione del Giardino dei Giusti di Yerevan in Armenia, in memoria delle figure esemplari del genocidio armeno.

La terza sezione del premio Empedocle è dedicata a Paolo Borsellino. E’ stato assegnato al prof. Padre Francesco Michele Stabile. Nella motivazione si rileva, tra l’altro, che “Per la ricchezza dei suoi interessi di presbitero e di uomo di cultura egli esprime una personalità veramente poliedrica: da un lato emerge il profilo di uno storico attento e scrupoloso nell’uso delle fonti, con uno stile di scrittura che non cede ad ampollosità, piuttosto punta all’essenzialità e alla precisione; dall’altro spicca la figura di un presbitero che ha inteso offrire il suo ministero pastorale umile ma intelligente alla Chiesa locale, dando un contributo notevole perché essa maturasse scelte consapevoli e all’altezza dei tempi. Nel suo impegno di storico, don Francesco Michele Stabile ha privilegiato l’epoca moderna e contemporanea. Quarant’anni di ricerca gli hanno consentito di portare alla luce una trilogia che rappresenta ormai un punto di riferimento essenziale per la conoscenza delle Chiese di Sicilia”. La motivazione fa riferimento anche alla particolare attenzione che egli riserva alla riflessione sulla presenza della mafia in Sicilia. “Proprio imn questa prospettiva si inserisce – si legge ancora – la “Positio” che egli ha scrito a favore del martirio di Padre Puglisi, prima vittima della mafia in seno alla Chiesa palermitana, e il grande impegno da lui profuso nell’organizzazione dell’archiovio e nell’iter del processo di beatificazione del parroco di Brancaccio”.
All’atto di ricevere il premio, consegnato alla presenza delle principali autorità della provincia, i tre hanno tenuto anche una “Lectio magistralis”.

Riconoscimenti sono stati consegnati anche al capo della Dia, il colonnello dei carabinieri Riccardo Sciuto, ex comandante provinciale dell’Arma ad Agrigento ed al prefetto dott. Nicola Diomede. Al primo per avere contribuito in entrambi gli incarichi “a diffondere i valori morali e cristiani che sottendono alla cultura della legalità e del contrasto alla mafia attraverso l’esempio personale, l’impiego in servizio e il confronto con il mondo studentesco, per il suo qualificato bagaglio professionale e il più che apprezzabile bagaglio di studi che gli hanno consentito di esprimere non comuni doti di sapienza ed efficacia nel comando dei presidi militari, che si sono associate con elevati profili umani e comunicativi, per la costante attenzione alla criminalità organizzata e al tormentoso fenomeno mafioso, attenzione e impegno che hanno dato sempre esiti positivi”.
Per il secondo la motivazione, tra l’altro, così recita: “Esperto funzionario, nel corso della sua attività professionale il dott. Nicola Diomede ha espresso un costante impegno nelle problematiche immigratorie, offrendo sempre con la sua intelligente cultura umanistica, priorità ai bisogni delle persone nella gestione del fenomeno migratorio, a volte tragico, perché le acque del Mediterraneo sono diventate ‘cimiteri soto la luna’ e ciò in special modo è accaduto nel mitico azzurro mare in cui è incastonato il piccolo Comune di Lampedusa, ove ha espresso una direzione con umana, rara competenza e generosità nel coordinamento dei servizi di prima assistenza e di sicurezza sociale. Il dott. Nicola Diomede, colto e integerrimo, ha palesato un non comun e impegno nella lota contro il potere mafioso, trasmettendo il culto della legalità e della Giustizia”.

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