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Regioni ed Enti Locali

Sempre più agrigentini iscritti all’Aire

Sono quasi 160mila gli agrigentini che sono ormai iscritti all’Aire, l’anagrafe dei cittadini italiani all’estero, quasi mille in più rispetto allo scorso anno. Un aumento costante e inarrestabile.
Il Segretario della Uil agrigentina – Gero Acquisto – torna sull’argomento ancora una volta amareggiato ed infuriato:
“Ogni anno mi ritrovo a dover esprimere indignazione perché la nostra terra riesce ad ottenere primati solo in situazioni negative.
L’unica Italia che cresce demograficamente è quella che mette radici oltre confine, senza fare ritorno.
La recessione amplificata dal Covid ha cancellato sogni, amplificato vulnerabilità, acuito le disuguaglianze. I nostri ragazzi vanno via con coraggio , con voglia di futuro , sicuri dell’incapacità di forgiarlo in un territorio MORTO.
E’ essenziale, a mio avviso, comprendere che essere Expat delle volte è un privilegio che non tutti possono permettersi, anche perché quelli che vanno spesso fanno mestieri fuori che magari non farebbero qui in provincia , vi siete mai chiesti perché si vada via ugualmente?
E’ presto detto, intanto perché i salari ad ogni modo non sono gli stessi ed in secondo luogo l’arretratezza culturale che ancora affligge i nostri piccoli paesi e le nostre piccole cittadine guardano al lavoro nel pubblico impiego come il posto fisso, quello sicuro, e invece al lavoro nel privato come il lavoro senza diritti.
Dunque il punto chiave è cambiare mentalità, i nostri giovani hanno bisogno di garanzie lavorative, nel pubblico o nel privato che sia. Non si può sentire che c’è qualcuno che offre 400 euro al mese per 12 ore di lavoro al giorno.
Promuovere la contrattazione collettiva delle retribuzioni è il primo passo per garantire condizioni di vita e salari minimi dignitosi.
Perché in fondo l’unica cosa che spinge tutti quanti a lasciare i propri affetti è la necessità di stabilità.
La nostra Organizzazione si batte da tempo immemore per cambiamenti radicali, burocrazia snella e agevole, offerta lavorativa vera, meritocrazia e riconoscimento professionale.
C’è urgenza di politiche del lavoro nuove ed efficaci.
Confidiamo nel nuovo percorso intrapreso dalla politica regionale e nazionale affinché si passi dalle promesse ai fatti, perché i nostri giovani meritano condizioni politiche e sociali migliori.”

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