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Ad Agrigento è crisi di trapianti, l’Ordine dei medici in prima linea per promuovere la cultura della donazione

Si è svolto all’hotel Dioscuri bay Palace il convegno “La donazione di organi e tessuti” promosso dall’Ordine dei medici di Agrigento insieme con l’Aido e il Centro regionale trapianti, durante il quale il tema è stato affrontato sia sotto il profilo scientifico, sia sociale.

In Sicilia, così come su tutto il territorio nazionale, si registra una bassa percentuale di donatori che, comunque, si attestano nella fascia di età compresa tra i 50 e i 55 anni. Ed è qui che entra in gioco il ruolo dei medici che hanno il compito di promuovere la donazione di organi e tessuti tra i loro pazienti. Per quanto riguarda i trapiantati in Sicilia, l’aspettativa di sopravvivenza del paziente è pari all’83 per cento nel corso del primo anno e del 67 per cento nel quinquennio.

Pochi i casi di espianto di organi all’unità operativa di Anestesia e Rianimazione del San Giovanni di Dio. Nell’agrigentino, infatti, la cultura della donazione degli organi stenta a prendere piede quando, invece, è di fondamentale importanza per salvare vite umane, troppe le interferenze legate a una carente informazione. Questo, infatti, lo scopo del convegno: sensibilizzare i cittadini e promuovere la cultura della donazione così come ha spiegato Giovanni Vento, presidente dell’Ordine dei medici di Agrigento: “Riteniamo – ha detto – ci sia molto da fare in termini di informazione e formazione per diffondere la cultura sulla donazione degli organi. Questo è un problema che coinvolge le istituzioni, le organizzazioni sindacali, il volontariato, le aziende, i cittadini che devono essere coinvolti nel promuovere questo processo culturale che appartiene alla vita di ognuno di noi. E’ importante capire che donare significa dare forza alla vita attraverso un atto di responsabilità, di coscienza, di amore. Un processo che deve essere alimentato e rafforzato dalla stessa collettività”.

Occorre, dunque, diffondere la cultura della donazione. “Questa è una giornata particolare perché oltre all’aspetto medico dei trapianti – ha sottolineato Piero Luparello, vicepresidente dell’Ordine dei medici di Agrigento – affronta anche l’aspetto sociale, la volontà di divulgare la cultura del trapianto. Al convegno hanno partecipato rappresentanti di tutto rilievo sia dal punto di vista sanitario, sia psicologico, sociale e di associazioni di categoria. Ci auguriamo che, come fatto ad aprile durante il convegno che voleva avere l’intento di informare i cittadini sulla bontà della donazione di organi, si possa oggi divulgare la donazione degli organi per una società migliore”.
Ma c’è anche un altro aspetto che, talvolta, non viene letto dalle persone: “Ricordiamoci – ha dichiarato Santo Pitruzzella, tesoriere dell’Ordine dei medici di Agrigento – che siamo potenziali donatori e al contempo anche potenziali riceventi. Questo convegno ha risvolti medico-scientifici sul nobile gesto della donazione. Il medico di Medicina generale ha il compito parlare con i pazienti e promuovere la cultura della donazione. Dobbiamo insistere per evitare diffidenze verso un nobile gesto che può salvare una vita umana”.

Presente, tra i relatori, anche Alessandro Bertani, responsabile della divisione di Chirurgia toracica e trapianto di polmoni all’Ismett di Palermo: “La donazione degli organi è un evento di particolare rilevanza in un periodo storico in cui la discrepanza tra il numero dei donatori e il numero delle persone bisognose è ancora in difficoltà, pertanto eventi come quelli di oggi sono fondamentali per sensibilizzare la popolazione e gli attori principali, quali medici e operatori, sull’importanza di garantire un processo semplice e affidabile per permettere che la donazione degli organi possa diventare sempre più un fatto reale e semplice. Nel contesto dell’attività di trapianto polmonare di cui mi occupo, la donazione degli organi riflette particolare importanza perché i polmoni sono tra gli organi più complessi, più difficili da procurare, da prelevare ed ecco che il lavoro degli operatori convolti diventa più importante – ha concluso il dottore Bertani – La sensibilizzazione e la conoscenza dei processi è il punto fondamentale per migliorare sempre più questa attività così importante per cui il fine ultimo è quello di salvare la vita a tante persone che ne hanno bisogno”.

Sull’importanza di veicolare il valore della donazione, si è soffermata Bruna Piazza, coordinatrice del Centro regionale trapianti in Sicilia: “Questo evento è molto importante perché ci aiuta a veicolare le informazioni sulla donazione e trapianto degli organi, nello specifico in Sicilia in modo che i colleghi possano supportarci nell’attività di sensibilizzazione e informazione dei cittadini e dei pazienti, aiutandoli a fare una scelta consapevole, in vita, in merito alla donazione degli organi così come presidio terapeutico efficace, reale, per i pazienti affetti da insufficienza terminale d’organo”.

Gli agrigentini come rispondono alla donazione degli organi? Lo abbiamo chiesto ad Antonino Marotta, dirigente dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione del San Giovanni di Dio:
“Al San Giovani di Dio non sono tanti gli interventi di espianto perché, talvolta, pur essendoci pazienti che possono donare viene a mancare il parere favorevole sulla donazione da parte dei parenti. Può anche succede che gli organi di un donatore non siano perfetti per l’eventuale trapianto. E’ necessario, quindi, avere il benestare dei familiari o dello stesso paziente se in vita ha deciso di donare gli organi. Dopo la dichiarazione di morte cerebrale della Commissione, e se siamo in possesso del consenso, il paziente va in sala operatoria per l’intervento di prelievo degli organi. Nel frattempo, il paziente ricevente deve essere già pronto, nella sala operatoria del Centro in cui si effettuerà il trapianto”.

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