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Agrigento, installato nell’atrio del Palazzo dei Giganti un residuato bellico della Seconda Guerra Mondiale

Con l’installazione nell’atrio del Palazzo San Domenico (Palazzo dei Giganti) di un residuato bellico della Seconda Guerra Mondiale, un’elica di un bombardiere italiano recuperato nelle acque dell’agrigentino, ed un focus sulla Battaglia di Agrigento, alla presenza delle massime autorità civili e militari, si sono concluse con grande successo di partecipanti e di consensi le manifestazioni di commemorazione dal titolo “1943-2023 80 Anni dallo Sbarco”.

Tre giornate di eventi, con approfondimenti tematici storici, mostre e rievocazioni, promosse dalla sezione di Agrigento dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri, in collaborazione con l’Esercito ed altre numerose associazioni civili e d’arma.

Dopo la scopertura dell’elica, la cerimonia di commemorazione si è aperta con i saluti del Sindaco Francesco Miccichè, del Presidente dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri, sezione di Agrigento, Andrea De Castro, del Presidente Unuci – Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia – Carmelo Fenech e del Presidente dell’Associazione Husky 1943 di Siracusa, Nicola Di Benedetto.

Particolarmente significativi gli interventi del Comandante dell’Esercito in Sicilia, il Generale Maurizio Angelo Scardino e del Prefetto di Agrigento, Filippo Romano, che si sono soffermati sulla commemorazione degli eventi bellici, ma soprattutto sul valore della Pace.

In particolare, il Generale Scardino, su delega dello Stato Maggiore della Difesa, in collaborazione con la Regione Siciliana, l’Associazione Nazionale Bersaglieri, oltre che numerosi Comuni che si sono raccolti intorno all’amministrazione comunale di Agrigento, è sceso in prima linea per realizzare una sinergia duratura tra tutte le Nazioni fondata sulla Memoria e, soprattutto, sull’analisi e lo studio delle esperienze passate, allo scopo di trarre lezioni apprese dalla storia (lo sbarco in Sicilia del ’43, in particolare) e dalle vicende attuali, con particolare riferimento alle missioni di pace internazionali, per infondere soprattutto nelle generazioni più giovani i valori di Pace, Sicurezza e Prosperità. Con la commemorazione di ieri ad Agrigento si sono concluse le oltre duecento manifestazioni realizzate nell’Isola nel mese di luglio in occasione dell’80.

È seguita una conferenza per ripercorrere le tappe principali della Battaglia di Agrigento, attraverso le ricostruzioni del passato, con foto, cartografie e documenti dell’epoca, a cura Calogero Conigliaro, docente e ricercatore storico, che ha anche illustrato i risultati di un censimento delle strutture militari della seconda guerra mondiale effettuato all’interno del Parco Archeologo Valle dei Templi, che potrebbero rappresentare un nuovo percorso turistico culturale.
Ai lavori è intervenuto anche il Cav. Calogero Bellavia, testimone diretto delle vicende storiche.

Erano presenti inoltre i rappresentanti delle associazioni coinvolte nelle manifestazioni, tra cui, il commissario dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, Giuseppe Scimè e il Presidente dell’Anps, Associazione Nazionale della Polizia di Stato, Giuseppe Bruccoleri.

L’installazione permanente del residuato bellico, curata da Salvatore Carreca, dell’Associazione Arma Aeronautica di Catania, resterà in mostra a Palazzo dei Giganti a futura memoria. Si tratta di un pezzo di storia tangibile. “L’elica esposta – spiega Salvatore Carreca – è stata recuperata nelle acque del litorale agrigentino, ed apparteneva ad un bombardiere italiano Fiat BR.20 M impiegato Regia Aeronautica durante il secondo conflitto mondiale, e rappresenta uno dei pochissimi esemplari esistenti. L’elica, del tipo destrorsa tripala, era dotata di un dispositivo per la variazione del passo in volo, aspetto tecnologico molto avanzato per l’epoca. Il BR.20 (dove BR stava per Bombardiere Rosatelli, cognome del suo progettista), soprannominato “Cicogna” dal nome del reparto che lo aveva utilizzato durante la guerra civile spagnola (1937-1939), fu uno dei primi bombardieri ad essere realizzato con struttura interamente metallica. Oltre ad alcuni esemplari venduti alla Forza Aerea Imperiale giapponese e alla Fuerza Aerea Venezolana venne impiegato su vari fronti (greco-albanese, jugoslavo, africano e russo, nonché durante la Battaglia d’Inghilterra). Dal 1941 fino al 1943, il Fiat BR.20 M operò da basi aeree siciliane (Comiso, Catania, Palermo, Castelvetrano, Sciacca) per incursioni spesso notturne contro Malta e per operazioni di ricognizione aerea. In totale vennero prodotti in 597 esemplari e sui fondali di San Leone giace l’unico esemplare al mondo esistente oltre ad un altro inabissatosi nel mare Imperia a -57 m abbattuto 13 giugno 1940. Alcuni reperti dell’aereo sono stati anni fa recuperati, restaurati ed adesso esposti presso il Museo dello Sbarco di Catania, attraverso la collaborazione con Angelo Rizzo e l’Associazione Arma Aeronautica di Catania”.