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Regioni ed Enti Locali

Agrigento, introiti dalla Valle dei Templi. Nicosia (Apc): “la città ostaggio di una politica becera”

arianna nicosia apcAgrigento ostaggio di una politica becera, Agrigento condannata ai margini dello sviluppo turistico dai suoi stessi figli ma forse sarebbe meglio dire figliastri“.

Interviene così in una nota la “cittadina” dell’Associazione “Agrigento Punto e a Capo“, Arianna Nicosia (in foto), 

Cosa succede? vi chiederete, è presto detto: in un caldo pomeriggio di mezzo agosto, nelle fresche aule della regione Sicilia tra una granita e un gelo di melone, un manipolo di politicanti ha deciso delle sorti della nostra città votando la norma che mette fuori i comuni che ospitano i beni culturali dalle risorse fino al 30%. Avete presente quella percentuale in euro che l’ente parco destinava al comune dalla vendita dei biglietti della nostra magnifica valle? Bene, proprio quelle somme con cui il comune promuoveva Agrigento per fini turistici agevolando per esempio l’organizzazione della festa del mandorlo in Fiore, tali somme non saranno più disponibili… rotoleranno tintinnando nelle sfondate casse della regione che avrà già destinato il tutto a qualche buco o sollazzo“.

Mi piacerebbe – continua Nicosia – tanto chiedere ai figli di questa terra votati da quello stesso popolo che stanno oggi pugnalando quali progetti avrebbero per questa città e per i suoi abitanti. Sarebbe troppo visto che in decenni di loro attività politica non hanno prodotto che il nulla assoluto. E’ legittimo pensare che ci vogliano poveri e bisognosi fino al punto da dover ricorrere ai loro “servizi” o alla loro costosissima (in termini di voti) “amicizia”? E’ legittimo pensare che vogliano mettere i bastoni tra le ruote di questa amministrazione affinchè l’attuale sindaco risulti inconcludente ed inutile come i precedenti puntando sulla soluzione “tutti inutili, nessuno inutile”? E’ legittimo pensare che ci considerino “cosa loro”? Li abbiamo votati noi, dovremmo essere noi a buttarli giù dal loro piedistallo. TRADITORI!“, conclude Arianna Nicosia

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