Agrigento, università: il Cupa è da salvare

Un patrimonio da salvare, ma sul quale al di là delle “parole” poco o nulla è stato fatto.

E’ infatti oramai certa la lenta agonia del Cupa di Agrigento; una struttura che era divenuta negli anni “vero” punto di riferimento di numerosi studenti universitari che preferivano restare nella propria terra per cercare una “formazione” di qualità, evitando così le continue trasferte in altre realtà italiane.

Il Cupa di Agrigento era qualcosa che ha consentito a migliaia di ragazzi agrigentini, e non solo, di “formarsi” andando ad accrescere lo sviluppo di una terra. Formazione non è solo opportunità di un singolo studente di poter trovare un futuro migliore, ma è soprattutto sviluppo economico e culturale di un territorio che negli anni ha visto una “mala gestio” della cosa pubblica.

Anche la riunione di ieri dell’Assemblea dei Soci del Cupa non è riuscita a trovare una soluzione rispetto ad un destino che sembra oramai andare in un’unica direzione. Tutto rinviato a marzo, quando sicuramente l’ennesimo vertice servirà a mostrare quell’ottimismo che solo i politici sembrano avere. Eppure il Cupa resta lì, ancorato ad una speranza di migliaia e migliaia di giovani speranzosi di non allontanarsi dai luoghi in cui sono nati e sui quali vogliono continuare a restare per accrescerne il valore e lo sviluppo socio-economico. 

Non è un caso che le ultime iscrizioni presso la struttura universitaria agrigentina siano vertiginosamente “calate”. E’ il risultato ovvio di una gestione che fra “incertezze” e “paure” ha indotto famiglie e studenti a preferire qualcosa di più “concreto”. Oggi il Cupa ha bisogno di attenzioni e cure; ha bisogno di quello slancio che solo una volontà politica può garantire per far tornare il Polo Universitario ad una crescita che tutti, almeno a parole, auspichiamo.

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