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Condizioni del Carcere di Agrigento: interpellanza dell’onorevole Capodicasa (Pd)

angelo capodicasaIl parlamentare nazionale Angelo Capodicasa ha presentato una interpellanza al Ministro della Giustizia Andrea Orlando, sulle condizioni logistiche ed igienico sanitarie del carcere di Agrigento che costringono sia i detenuti sia il personale amministrativo che di custodia a sopportare disagi e sofferenze.

Capodicasa, a seguito di una sua recente visita al carcere, dichiara: “Ci é stato possibile verificare di persona lo stato precario in cui versa la struttura. Alcuni plessi registrano copiose infiltrazioni di acqua piovana, che in alcuni casi veniva raccolta e convogliata con mezzi precari e di fortuna (secchi, sacchetti di plastica, bacinelle ecc.), sia nei locali destinati al casellario, all’accettazione ed all’ufficio matricola, come nei corridoi dove l’acqua continua a gocciolare provocando danni alle strutture e disagi.

L’infiltrazione di acqua, inoltre, ha reso inagibili alcune celle rendendo necessario il trasferimento dei detenuti in altre celle con conseguenti problemi di sicurezza per il personale. Molti ambienti di lavoro ed i locali destinati ai detenuti risultano sprovvisti di un funzionante impianto di riscaldamento che, viste le proibitive condizioni meteorologiche di queste settimane, le infiltrazioni di acqua e l’umidità che trasuda dai tetti e dai muri, rendono la vita del carcere disagevole, sia per i detenuti che per il personale di custodia che svolge al meglio il proprio lavoro.
Non dimentichiamo poi che il carcere di Agrigento è abituale destinazione per detenuti provenienti da Lampedusa, individuati come scafisti e coinvolti in reati legati al traffico di migranti con relativi rischi di commistione col terrorismo come dimostra il caso del tunisino Anis Amri autore del recente attentato di Berlino e morto in Italia in un conflitto a fuoco con la polizia. Proprio dal carcere di Agrigento, da dove era transitato, Anis Amri era stato segnalato come soggetto pericoloso e possibile jihadista. L’incidenza percentuale dei detenuti per i reati di cui sopra, già oggi, nel carcere di Agrigento, costituisce oltre il cinquanta per cento del totale dei detenuti.
Credo che il Ministro debba intervenire urgentemente per risolvere i seguenti problemi: disporre interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per ovviare alle infiltrazioni di acqua piovana che invadono gli ambienti comuni e quelli destinati ad i detenuti, deteriorano le strutture e rendono più difficile la vita in carcere; rendere funzionante l’impianto antincendio tuttora fuori uso; accelerare il collaudo dell’impianto di energia solare, già completato da circa due anni, che se messo in funzione abbatterebbe notevolmente i costi dell’energia ed allevierebbe le precarie condizioni di vita nell’istituto penitenziario; disporre, in ottemperanza al nuovo regolamento derivante dalla legge penitenziaria del 2000, la realizzazione di docce dentro le celle per garantire maggiore sicurezza ed evitare un notevole appesantimento di lavoro per il personale di custodia; provvedere al funzionamento dell’impianto di riscaldamento; realizzare le coperture per le garitte tuttora prive di adeguato riparo per il personale di custodia; sbloccare i lavori per la realizzazione del nuovo plesso, fermi da oltre quattro anni.
E’ utile che il Ministro, date le caratteristiche del carcere di Agrigento, che provveda ad una riqualificazione del carcere, portandolo da istituto di pena di secondo livello a primo livello e che gli assicuri una direzione stabile, stante che da molto tempo ormai la direzione del carcere viene affidata ad un direttore a scavalco, con le conseguenze che questo comporta in termini di stabilità, efficienza e continuità. “

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