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Conflavoro premia a Roma imprenditrice di Canicattì: “Esempio di donna geniale e coraggiosa”

“Donna, imprenditrice, siciliana, coraggiosa e orgogliosa di lavorare nella propria terra”. Così il vice presidente nazionale e segretario regionale di Conflavoro, Giuseppe Pullara parla di Maria Diana, la canicattinese titolare della “Pasticceria Termini”, divenuto ormai un brand di caratura internazionale, nel mondo dell’alta pasticceria e gastronomia.
La donna è stata premiata nei giorni scorsi a Roma dal presidente nazionale di Conflavoro Roberto Capobianco: è l’unica siciliana ad essere stata inserita nel volume sulle eccellenze italiane dal titolo “La prima pietra, imprenditori si nasce, imprenditori si diventa”. La storia di Diana è stata scelta per essere la prima tra quelle raccontate nella pubblicazione.
Storie di imprenditori che dal nulla creano piccoli-grandi “gioielli” che danno lavoro e creano economia nei rispettivi territori di competenza.
Maria Diana mosse i primi passi nella pasticceria ricavata in un piccolo magazzino fornito dai suoceri, iniziando con il marito a creare le prime leccornie per gli alunni delle scuole che sorgevano nei pressi del laboratorio. Da piccola decise suo malgrado di lasciare la scuola, per poi recuperare in età adulta, dopo avere creato dal nulla il proprio lavoro. Nel 2014 la tappa decisiva in Svizzera, quando capì che da quelle parti le arancine non le sapevano fare e non sapevano acquistarle da altri produttori italiani. Da quel momento, la svolta. Non solo ha iniziato a produrre arancine e panelle a ritmi industriali, ma ha attivato una rete di esportazione efficiente e ramificata, ampliando quindi le proprie competenze. Perché le arancine si possono sapere realizzare, ma si devono anche saper vendere.
Dal 2004 l’azienda è guidata da lei con la collaborazione dei due figli, diversificando la produzione, tanto che oggi l’80% gravita nel settore surgelato, con il 20% dedicato alla pasticceria di alta qualità.
“Maria Diana avrebbe potuto aprire la propria attività in America, dove aveva parenti e dove era stata in passato o in Svizzera, dove si recò alcuni anni addietro scoprendo che le arancine non sapevano cosa fossero, ma ha deciso di investire nella propria terra, anche grazie al supporto offerto da Conflavoro”, sottolinea Giuseppe Pullara, evidenziando anche un altro aspetto: “Il fatto che dalla Sicilia, sia una donna a raggiungere straordinari picchi di qualità nel proprio lavoro di imprenditore, deve fungere da pungolo per altre donne e tanti giovani, a innescare quel senso di emulazione che non può che giovare alle nostre comunità. Per questo – conclude Pullara – il premio a Maria Diana è un orgoglio per Conflavoro e per il nostro territorio che deve valorizzare al meglio le proprie eccellenze. Ed è questo anche uno degli obiettivi di Conflavoro”.

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