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“Funzioni di raccordo e collegamento” con le famiglie mafiose agrigentine: confiscati beni a 53enne

Il Tribunale di Palermo Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Procuratore della Repubblica di Palermo, ha emesso un provvedimento di confisca di quattro beni immobili (terreni e fabbricato) siti nei Comuni di: Cattolica Eraclea e Bivona, nella disponibilità di G.A. di 53 anni, beni già sottoposti a sequestro ai sensi dell’art.20 del D.L.vo 159/2011, in data 11.10.2019, da personale della Divisione Anticrimine Agrigento e delle Squadre Mobili di Agrigento e Palermo.
Il G.A. è stato tratto in arresto in data 26.05.2016, in esecuzione di Ordinanza di riesame dei provvedimenti cautelari, emessa dal Tribunale di Palermo Sezione per il Riesame, per il reato di cui all’art. 416 bis C.P., in particolare per aver svolto funzioni di raccordo e collegamento tra un appartenente alla famiglia mafiosa di Santa Margherita Belice ed altre famiglie mafiose del territorio agrigentino.

Le indagini, coordinate dalla DDA di Palermo, sono state sviluppate dalle Squadre Mobili di Agrigento e di Palermo nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “ICARO”.

I beni sottoposti a sequestro sono ubicati nei Comuni di Cattolica Eraclea e Bivona. Nello specifico, si tratta: di un fabbricato adibito a magazzino di modeste condizioni e di tre terreni con estensione di circa dieci ettari, di cui uno seminativo e gli altri consistenti in un uliveto di circa 4000 piante, per un valore di mercato approssimativo di € 120.000,00.

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