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Gli infermieri figura centrale nell’assistenza al paziente morente: al convegno dell’Opi relatori eccellenti

Un argomento di importanza rilevante che ha ottenuto una grande partecipazione di infermieri, riuniti stamattina, nella sala conferenza dell’Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) presieduto da Salvatore Occhipinti, per affrontare un tema che tocca tutti da vicino: “La bioetica di fine vita e l’assistenza al morente”.
“Una giornata di formazione con un taglio diverso rispetto alle precedenti – commenta il presidente Occhipinti – con docenti professionisti sanitari e con il giudice don Gioacchino Falsone. Gli infermieri hanno un ruolo centrale nell’assistenza al paziente morente e, non a caso, gli interventi dei nostri relatori trattano di eutanasia, assistenza ai disabili, gestione delle attività al domicilio e all’Hospice, con approfondimenti legati all’articolo 4 del Codice deontologico dell’infermiere sul tempo di relazione e tempo di cura, per relazionarsi in maniera corretta con i pazienti e accompagnarli a una morte serena. Spazio anche agli argomenti relativi alla donazione degli organi e ai trapianti per dare vita quando subentra la morte”.

A discutere di tematiche rilevanti, con le quali gli infermieri si trovano talvolta a stretto contatto, relatori di un certo spessore.

“Il mio ruolo qui – afferma don Gioacchino Falsone, sacerdote, giudice e docente universitario – è legato alla bioetica e al fine vita viste dalla prospettiva non solo medico e scientifico ma umana. Credo sia importante mettere in relazione la medicina con l’etica, parlare agli intervenuti di come relazionarsi con il paziente dal punto di vista etico per rassicurarli e, talvolta, accompagnarli alla morte con la loro presenza. Ci cono situazioni inguaribili ma non incurabili: inguaribili perché la medicina non li può guarire ma non incurabili perché tutti si possono curare, grazie alla presenza di medici e infermieri, che stanno vicino a queste persone soprattutto nei momenti difficili della loro vita”.

Donazione di organi e trapianti: un argomento non molto noto per il quale “è importante creare cultura – spiega Rosa Provenzano, rianimatrice e coordinatrice trapianti Asp Agrigento – perché nella nostra società la donazione degli organi è un capitolo ancora abbastanza sconosciuto. C’è la necessità di sfondare queste porte affinché la cultura del dono diventi qualcosa che rimane dentro di noi e si diffonda senza timori e senza pregiudizi”.

Durante il convegno, moderato dal presidente Occhipinti; Salvatore Montaperto, vicepresidente Opi, e da Salvatore Pantalena, segretario Opi, interverranno le dottoresse Laura Bove, Rosa Provenzano, Paola Toscano e il sacerdote Gioacchino Falsone, si è discusso anche di cure palliative e accanimento terapeutico.

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