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Il benessere del cane: ciò di cui ha diritto un cucciolo

caniChe cos’è il benessere? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre quando vogliamo tutelare i bisogni più autentici di qualcuno che ci viene affidato, sia esso bambino o animale, poiché da quel momento ne diventiamo responsabili.

La responsabilità è l’obbligo di rispondere alle proprie azioni o di quelle degli altri, può essere, anche, usato come sinonimo di affidabilità.
Prima di soffermarmi sul concetto di “benessere”, vorrei fare una piccola introduzione sul rapporto uomo-cane e sul lungo processo di addomesticazione iniziato oltre 10000 anni fa.

Il cane (Canis familiaris) è oggi un animale di compagnia molto diffuso, è una specie molto sociale con elevate capacità socio-cognitive e comunicative e con una predisposizione a formare legami sociali forti e durevoli con l’uomo, queste caratteristiche sarebbero state ereditate dal suo progenitore selvatico, il lupo (Canis lupus).
La maggior parte delle ricerche recenti sul rapporto tra uomo e cane si sono focalizzate sul legame affettivo che lega l’uomo al cane e sul ruolo che questo animale svolge per il benessere psicofisico della persona.

Alcuni studiosi hanno anche analizzato come l’interazione con l’uomo possa modificare il comportamento del cane determinando l’insorgenza di problemi comportamentali che compromettono la qualità della relazione.
Per questo, vi sono dei diritti fondamentali per favorire il benessere del cane e per costruire una sana relazione.

Un cucciolo ha diritto:
1) A non essere tolto prima dei sessanta giorni dalle cure della mamma;
2) A vivere i primi due mesi in un ambiente sicuro e ricco di occasioni per fare esperienze;
3) A non subire traumi, maltrattamenti o essere sottoposto a compiti troppo faticosi;
4) A poter contare sul fatto che la persona che lo adotta sia una base sicura che lo aiuti nel processo di attaccamento, a partire dall’inizio del terzo mese fino al compimento del quinto mese;
5) A poter avere nel primo anno di vita dei maestri che lo educano e che gli danno la corretta educazione sociale;
6) A ricevere un’educazione rispettosa del suo benessere, che non gli crei paure o sofferenze inutili;
7) Ad avere nella persona che lo adotta un partner capace di aiutarlo e che non lo lasci da solo per troppo tempo;
8) A vivere, una volta adottato, in un ambiente in cui non manchino le relazioni e la possibilità di fare esperienze;
9) A poter giocare e a incontrare i propri simili anche dopo l’adozione e a soddisfare i propri interessi di specie;
10) A non essere coinvolto in attività di lavoro prima della maturazione sociale.

Michela Iacono Manno
(Educatore Cinofilo)

“[…]Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?”
“[…]Vuol dire ‘creare legami’[…]”,disse la volpe.” Tu, fino ad ora, per me sei un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo e io sarò per te unica al mondo”.
(Antoine de Saint-Exupèry, Il piccolo principe)

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