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Intrusione di due malintenzionati al Museo di Agrigento, Sadirs scrive a Sgarbi: “allarme sicurezza”

museo agrigento1“In questi giorni si è verificata un intrusione notturna da parte di due malintenzionati al Museo Archeologico di Agrigento “P. Griffo”, e grazie alla prontezza ed all’intervento dei colleghi che erano in servizio, i due hanno desistito”.

Lo scrivono in una lettera inviata all’assessore regionale ai beni culturali, Vittorio Sgarbi, i rappresentanti del Sindacato Autonomo Dipendenti Regione Siciliana Giuseppe Di Paola e Giuseppe Salerno, che aggiungono:

“Questo è quanto riporta la cronaca, ma bisogna aggiungere che disservizio del Museo di Agrigento era stata segnalata più volte dai colleghi ai “superiori responsabili” della sicurezza e del personale, ma come sempre il tutto si è risolto in un nulla di fatto”.

“Il diminuire sempre più le unità di personale in servizio di vigilanza durante la notte, espone sempre più a rischio i colleghi, ed anche i reperti che custodiscono. Il personale il più delle volte opera in assenza di sistemi di allarme, antintrusione, telecamere e videosorveglianza obsoleta (vedi museo di Agrigento), tutto ciò aumenta i rischi del personale che opera in tali condizioni. Questa è la situazione diffusa per tutta la Sicilia di cui nessuno parla, i vari dirigenti che amministrano le strutture Museali e le aree archeologiche riescono solo a diminuire le unità di personale di vigilanza durante la notte per potere aprire durante il giorno, il tutto con la compiacenza di chi da Palermo dirige tutta la “baracca dei Beni Culturali in Sicilia””.

“Il sistema è al collasso, il personale oramai ad esaurimento, non è più bastevole per garantire tutti i servizi i fruizione,vigilanza,biglietteria. Ma nonostante tutto questo venga denunciato dalle OO.SS. da anni continua ad essere ignorato”. E per questo che scriviamo a Lei Assessore, sollecitando un incontro urgente, nella speranza che un Suo intervento violento, possa sollevare la questione cercando di trovare soluzioni. Altrimenti non possiamo che concordare con Lei, quando chiede di portare le nostre opere fuori dalla Sicilia, almeno saranno più sicure che in casa loro”, conclude la lettera.