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Licata, donna ferita da una coltellata dopo una lite: arrestata 43enne

Personale dipendente del Commissariato di PS di Licata, diretto dal commissario capo dr.ssa Sonia Zicari, nel corso di un’attività di Polizia rivolta alla prevenzione ed alla repressione dei reati, procedeva all’arresto in quasi-flagranza per il reato di omicidio tentato, lesioni personali aggravate e porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere nei confronti di D.C.S.M., classe ’77.

Ufficiali e Agenti di P.G. operanti, si recavano presso la pubblica via Don Carmelo di Bartolo ove veniva segnalata la presenza di una donna ferita da una coltellata. Giunti sul posto, gli stessi notavano una donna ferita sul fianco sinistro, successivamente identificata per A.C.E. classe ’76, la quale era stata appena soccorsa dal personale del 118 intervenuto in loco. Prontamente, gli Ufficiali ed Agenti del Commissariato di P.S. di Licata si prodigavano nel ristabilire l’ordine tra le parti e contestualmente avviavano le opportune indagini di P.G., rivolte alla ricostruzione degli avvenimenti. Dopo aver proceduto ad un’attenta escussione immediata di tutte le persone informate, si riusciva a delineare, in seguito ad una ricostruzione dei fatti alquanto articolata, la dinamica dell’evento che traeva origine da un’aspra lite intercorsa tra la A.C.E. e la D.C.S.M. poco prima dell’intervento delle Unità operative di questo Commissariato di PS., verosimilmente per problemi condominiali.

Al culmine della lite la D.C.S.M. estraeva un coltello e colpiva la A.C.E. indirizzando il colpo in profondità nella regione addominale. Pertanto, questa Polizia Giudiziaria, al fine di risalire al mezzo del reato, procedeva a minuziose ricognizioni sul posto che permettevano di recuperare due armi da taglio e punta, con lama seghettata e manico in legno ed un giravite di colore nero, nella materiale disponibilità della D.C.S.M., una delle quali usata verosimilmente per arrecare un grave pregiudizio alla vita della A.C.E.. Le stesse armi, in relazione alla valenza probatoria si sottoponevano al vincolo giuridico del sequestro penale. In merito alle lesioni riportate dalla A.C.E. si precisa che veniva diagnosticato una lesione a tutto spessore del terzo superiore del rene sinistro, nonché delle irregolarità del parenchima pancreatico a livello del terzo distale del corpo, con potenziale lesività in pregiudizio degli organi vitali. Si rappresenta che le condizioni cliniche della A.C.E., nei giorni successivi al fatto di reato, si sono aggravate al punto da necessitare il trasferimento in emergenza all’Ospedale Civico di Palermo. Atteso quanto sopra, valutati tutti gli elementi oggettivi ed soggettivi della condotta di reato ed in ordine al grado di lesività tale da mettere in pericolo la vita della persona offesa, attraverso anche l’indebolimento degli organi vitali di quest’ultima, questi Ufficiali ed Agenti di PG, procedevano all’arresto in quasi-flagranza per i reati di D.C.S.M.. L’arrestata, su disposizione della competente A.G. veniva condotta presso la propria abitazione per permanere in regime degli arresti domiciliari. Il 29 Maggio c.a., il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Agrigento, convalidava l’arresto di D.C.S.M., contestualmente applicando la misura cautelare degli arresti domiciliari, con prescrizioni.

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