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Politica

Odissea casa per agrigentini che hanno acquistato immobili costruiti parzialmente con fondi pubblici, Di Caro (M5S): “Chiesto il commissariamento all’assessore Turano”

Ad Agrigento ci sono diverse famiglie che da oltre dieci anni si rivolgono alle istituzioni per il riconoscimento del diritto ad essere proprietari delle abitazioni che hanno acquistato.
Si tratta di una decennale vertenza che vede protagonista il CdA della cooperativa edilizia “Progetto Sette” di Agrigento. I soci, negli anni hanno assistito a diverse irregolarità nel programma di fabbricazione che in parte gode di finanziamenti pubblici.
Tra le discrasie riscontrate dagli inquilini, spiccano l’incremento dei costi delle unità immobiliari, il cambio in corso d’opera della ditta esecutrice dei lavori e i materiali usati nelle opere edificatorie che risulterebbero diverse e di qualità inferiore rispetto a quelli preventivati. Finiture che secondo le persone che hanno acquistato gli immobili ubicati nel quartiere agrigentino di Fontanelle sarebbero differenti da quelle utilizzate negli immobili di proprietà di persone che fanno parte del CdA che avrebbero anche realizzato delle piscine private coperte.

“Le irregolarità – dichiara in merito il deputato regionale del Movimento Cinque Stelle Giovanni Di Caro – sono state denunciate anche alla Guardia di Finanza e alla Procura della Repubblica di Agrigento. Ho depositato un atto ispettivo all’assessorato regionale delle Attività Produttive – aggiunge – ho chiesto più volte il commissariamento del consiglio di amministrazione della cooperativa edilizia per sbloccare la vertenza, istanze che però non hanno mai avuto nessuna risposta.
Per questo motivo – dice ancora l’onorevole favarese – unitamente ai colleghi del gruppo Movimento Cinque Stelle all’Ars, abbiamo presentato una interrogazione rivolta al presidente della Regione Musumeci e all’assessore Turano nel quale chiediamo il commissariamento allo stesso reggente dell’assessorato delle Attività Produttive.
Non è possibile – conclude Di Caro – che la voce di questi cittadini non trovi riscontro così come non è ammissibile che da Palazzo d’Orleans non si attivino le verifiche necessarie per capire come vengono spesi i soldi pubblici finiti nelle casse dei privati”.

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