“Anche quest’anno, nonostante l’intensa attività delle Forze dell’Ordine, hanno nuovamente sversato le acque di vegetazione, nel fiume Naro, che inevitabilmente è diventato nero”.
“Stanno uccidendo i fiumi ed anche il nostro mare!! Ci appelliamo alle Forze dell’Ordine: FERMATELI!”. Questo è il grido d’allarme lanciato da Mareamico Agrigento.
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“Anche quest’anno, durante il periodo della molitura delle olive, qualche oleificio disonesto si è già liberato delle proprie acque di vegetazione, che inevitabilmente sono arrivate nel fiume Naro ed anche nel mare di Cannatello”.
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Lo scorso 15 ottobre il fiume Magazzolo a Ribera era scuro, per la evidente presenza di acque di vegetazione.
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“Considerato che dall’inizio della stagione autunnale fino alla metà inoltrata dello stesso periodo dell’anno si assiste, sia nel territorio comunale di Agrigento sia dei comuni limitrofi, alla riapertura dei frantoi, è facile prevedere che anche quest’anno riprenda lo sversamento delle acque di vegetazione residuate dalla lavorazione delle olive”.
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“Anche quest’anno – alcuni impresentabili oleifici – si sono liberati illegalmente delle proprie acque di vegetazione. Il risultato è stato che alcuni fiumi e il prospiciente mare è diventato nero e migliaia di pesci sono morti”.
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Acque di vegetazione alla foce del Fiume Magazzolo. Dopo la denuncia dell’associazione ambientalista Mareamico Agrigento, arriva la troupe di “Striscia la Notizia“.
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“Anche quest’anno, diversi imprenditori incoscienti del settore oliario, che operano nel bacino idrografico del fiume Magazzolo tra Ribera, Cianciana, Caltabellotta, Lucca Sicula e Burgio, invece di trasportare con le autobotti sigillate le acque di vegetazione prodotte dalla molitura delle olive nei depuratori abilitati o spanderli nei propri terreni
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L’associazione ambientalista Mareamico Agrigento ha scritto ai sindaci del bacino idrografico del fiume Naro (Agrigento, Favara, Naro e Canicattì) e a quelli del bacino idrografico del fiume Magazzolo (Ribera, Cianciana, Lucca sicula e Burgio) per informarli che i loro corsi d’acqua risultavano neri ed inquinati per colpa delle acque di vegetazione sversate da
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Continua l’intensa attività della Guardia Finanza a tutela dell’ambiente agrigentino.