La notte del 25 gennaio 2024 a Torre Salsa è avvenuto il primo sbarco fantasma dell’anno nelle coste dell’agrigentino. Si trattava di peschereccio di circa 10 metri, che presumibilmente trasportava una cinquantina di migranti.
In contrada Caos, ad Agrigento, c’è una bretella stradale che unisce e permette il transito delle auto tra la SS 640 e la SS 115 che collega Porto Empedocle con Agrigento.
“Quello che abbiamo scoperto è semplicemente vergognoso! Non stupisce che una struttura viaria importante, come quella della contrada Caos di Porto Empedocle, ove insiste una struttura viaria denominata SS 640 abitualmente transitata da tante auto, bus e TIR, versi in queste condizioni”.
Mareamico ha inviato una lettera a tutti i sindaci dei comuni rivieraschi della provincia di Agrigento, alla Capitaneria di Porto e all’ufficio del Demanio regionale, per ricordare di non autorizzare mai più la pulizia delle spiagge con mezzi cingolati.
“Fino a quando continueremo a scaricare le fogne non depurate e piene di tensioattivi nel fiume Akragas, continueremo a vedere queste oscene immagini di schiuma party a San Leone”.
“Anche nel 2023, per colpa di qualche imprenditore oleario disonesto, il fiume Naro ad Agrigento è diventato scuro, per la presenza di acque di vegetazione. E tutto ciò avviene, nonostante gli intensi controlli dei Carabinieri del Nucleo Ambientale, che negli scorsi anni hanno colpito duramente questa categoria di imprenditori”.
“Il 1° febbraio 2017 è stata una data importante per la città di Agrigento: è stata riaperta la piscina comunale”.
“Il transito nel porticciolo turistico di San Leone è molto pericoloso per la completa assenza di illuminazione dei fanali all’entrata, che rende rischiosa la navigazione”. Lo scrive in una nota l’associazione ambientalista MareAmico di Agrigento.
Agrigento, l’Esercito Italiano non si presenta a Drasy per il primo giorno di esercitazioni del 2023
Dopo la denuncia di Mareamico, presentata alla Procura di Agrigento, i Carabinieri del nucleo Forestale e l’ARPA, hanno dimostrato che le esercitazioni militari, che da più di 60 anni si effettuano nel poligono di Drasy, stanno inquinando i luoghi con diffusione di metalli pesanti a terra ed in mare.
“L’Esercito Italiano da più di 60 anni continua a violare un territorio che, sotto l’aspetto paesaggistico, storico, ambientale, ha una valenza incommensurabile”.