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Cultura

Teatro Pirandello, in scena Empedokles con Enzo Gambino e Barbara Capucci

Mercoledì mattina al Teatro Pirandello di Agrigento torna uno spettacolo, dedicato soltanto alle scuole, che ha avuto buon successo e molte positive recensioni: l’EMPEDOKLES di e con Enzo Gambino.

Sul palco insieme all’attore, che cura la drammaturgia e la regia, la brava attrice Barbara Capucci. Con loro il musicista Sandro Sciarratta.
Dell’Empedoklés reale, ovvero medico, filosofo e poeta agrigentino del V°secolo, ci rimangono due opere incomplete, il Poema Fisico
(FΥ΢ΙΚΑ) e il Poema Lustrale (ΚΑTΑΡΜΟΙ), caratterizzate da un discorso denso e appassionato e da un linguaggio altamente
metaforico. Ci restano poi varie citazioni indirette e diverse opere filosofiche e letterarie oltre a un gran numero di aneddoti ,nonché leggende…
Empedocle era predestinato a divenire vittima del suo tempo… Diviene eroe tragico moderno perché supera la scissione ontologica con il binomio colpa-espiazione. E’ vittima delle violente tensioni tra natura e arte, figlio della sua epoca, vittima delle tensioni tra la forza aorgica (universale) e quella organica (natura maneggiata dall’uomo). Egli è l’incarnazione stessa del destino che solo nella scelta estrema può riunificare soggetto e oggetto. Anche per quanto riguarda la sua morte ci sono pervenute versioni diverse; la più conosciuta e certo la più romantica, è quella del suicidio: i sarebbe suicidato buttandosi cratere più alto dell’Etna …unico indizio un suo calzare di bronzo. Mito che ben si confà a un personaggio che le fonti tramandano come un uomo straordinario, una mente superiore, senza dubbio molto più moderno di molti suoi successori.
Nella pìece EMPEDOKLES, è messo in scena, ricostruito, questo suo ultimo atto, per recuperare la sua indole originaria di poeta e interprete della “physis”, che è al tempo stesso origine di tutte le cose. Partendo proprio dal gesto estremo di Empedocle, si svilupperà e prenderà corpo
l’azione scenica , puntellata e supportata da un testo dal linguaggio esplicito, (con rimandi e citazioni di testi classici, dai frammenti di Πeρί Fύseως Sulle Origini o Sulla Natura) e Κaθaρµοι(Purificazioni); a Consolo ,Nietzsche, Pasolini, Majakovskij , ed altri …) (che raggiungerà momenti di alta poesia e dove si ipotizza che la parola e L’Arte (in senso lato), non logorata dall’ abuso, la sua forza di comunicazione, possa salvare dalla brutalità del mondo d’ oggi, dalla protervia “della parola del potere”. La perfomance è supportata con strutture musicali originali eseguite rigorosamente dal vivo, con la funzione caratteristica di evocarne il senso drammaturgico, ovvero , suggerendo e rafforzando ciò che gli schemi narrativi intendono significare. L’opera è distaccata dai canoni estetici tradizionali, ma efficace proprio per l’uso di un singolare linguaggio
( sia drammaturgico, che musicale), teso ,inusitato, coinvolgente fino ad evolversi e via via, ”sgretolando ” maggiormente i moduli narrativi naturalistici, per poi arrivare alla rottura estrema dei confini del reale ed andare ben oltre: nel Rito ,nel Mito, nel Sogno, nell’ Invenzione surreale.

Sul palco quindi il poliedrico Enzo Gambino, attore di successo con esperienze importanti nel cinema con i fratelli Taviani e nel teatro e in tv con fiction e la grande passione per la fisarmonica ancora una volta interpreterà Empedocle, con la consueta e riconosciuta bravura.

Barbara Capucci, (ha partecipato a numerosi spettacoli teatrali insieme ad artisti come Paola Gassman e Ugo Pagliai, Fioretta Mari, Lina Bernardi, Arnaldo Ninchi, Gaetano Aronica, Andrea Tidona ), recentemente premiata con il Premio Kerkent al Festival Kaos, sulla cultura e identità siciliana, come eccellenza del territorio agrigentino, interpreta Pantea. Si dice che le fosse stata salvata la vita dal filosofo che era anche medico. Lei decide di seguirlo e si innamora segretamente di lui. Nello spettacolo i due hanno un dialogo che però non è reale, lei lo evoca nella sua mente. Si ricostruiscono così gli ultimi momenti della vita di Empedocle: dall’ascesa all’Etna fino alla sua morte. La leggenda narra che si sia suicidato gettandosi nel vulcano e che sia rimasto di lui solo il suo sandalo.

Ci sono tutte le premesse per un nuovo successo.

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